(di Tommaso Cherubini e Stefano Zauli) | Si chiuderà l’11 dicembre, presso il Museo della Casa della Moneda di Madrid la mostra “Virtuti et Merito”, un’interessante esposizione sul Reale e Distinto Ordine di Carlo III, organizzata, in occasione del terzo centenario della nascita del re di Spagna Carlo III di Borbone e Farnese, dalla stessa Casa de la Moneda in collaborazione con il Ministero delle Finanze e Amministrazioni Pubbliche, la Cancelleria dell’Ordine, la Maestranza di Cavalleria di Castiglia. La mostra ci offre lo spunto per raccontare qualcosa in più sulla storia di questo prestigioso ordine spagnolo.
Il Reale e Distinto Ordine di Carlo III è considerato il primo Ordine nazionale spagnolo, tenuto conto della natura dinastico-statuale del più importante Toson d’Oro. Il 19 settembre del 1771 il re Carlo III dopo anni di attesa divenne finalmente nonno di un primogenito maschio battezzato con il nome di Carlo Clemente. Il re volle festeggiare l’evento, che assicurava una discendenza maschile alla casa regnante, con la creazione di un Ordine di cavalleria il giorno stesso della nascita del nipote. Il fondatore diede il proprio nome all’Ordine aggiungendovi gli appellativi di “reale” e “distinto”, dichiarandosi capo e sovrano dello stesso e stabilendo che tale carica fosse appannaggio esclusivo dei titolari della Corona spagnola.
L’Ordine, posto per volontà del fondatore sotto la protezione della Vergine Maria, nel Mistero dell’Immacolata Concezione, al quale Carlo III era molto devoto, doveva premiare soggetti, sia civili che militari che si fossero resi benemeriti e si fossero particolarmente distinti nei confronti della persona del re, ma che fossero al tempo stesso in possesso di nobiltà di sangue almeno in linea paterna. Quando i cavalieri venivano ricevuti in una delle tre classi, gran croce, pensionato e soprannumerario, prestavano un giuramento di fedeltà alla religione cattolica, al Re ed alla difesa del Mistero dell’Immacolata Concezione.
Il 21 febbraio del 1772 papa Clemente XIV approvò l’Ordine con bolla pontificia concedendo gli stessi privilegi che spettavano ad un ordine di cavalleria religioso: la grazia spirituale a cavalieri e ministri, la potestà concessa al Gran Maestro di conferire la benedizione apostolica e l’indulgenza plenaria “in articulo mortis”, nel giorno della propria investitura o nel giorno dell’Immacolata e di assolvere i cavalieri da alcune sentenze ecclesiastiche. Nonostante fosse il fondatore, Carlo III fu abbastanza parco nella concessione della classe più prestigiosa dell’Ordine limitandosi a 94 grandi croci. Più generoso il figlio successore, Carlo IV, che concesse 139 grandi croci in diciotto anni di regno. Quest’ultimo nel 1804 riformò gli Statuti dell’Ordine cambiando la disposizione dei colori della fascia dell’Ordine (celeste-bianco-celeste), il vestito da cerimonia rappresentato da un mantello di terzanella (seta leggera) celeste ricoperto di stelle in filo d’argento con mozzetta e due fasce dal collo ai piedi; una tunica bianca, sempre di terzanella, con frange di seta celeste e argento, calzoni di seta nera, cappello con piuma bianca, spadino.
L’Ordine di Carlo III è sopravvissuto alle molte vicissitudini marcate dall’instabilità politica spagnola degli ultimi duecento anni. Soppresso durante il periodo napoleonico, fu ristabilito da Fernando VII, nipote del fondatore, che fece alcuni cambiamenti agli statuti, conferendo per la prima volta questa distinzione a cittadini stranieri.
Morto Fernando VII, con la riforma dei Reali Ordini Civili del 1847 la regina Isabella II secolarizzò l’Ordine stabilendo che fosse destinato a premiare meriti e servizi nell’ambito civile, eliminando il vincolo delle prove di nobiltà e trasformando definitivamente l’Ordine da dinastico a statale. Eliminò inoltre la pensione fino ad allora prevista per la classe dei cavalieri pensionati ed introdusse la nuova classe di cavaliere. L’Ordine, che fu abolito durante la Prima Repubblica spagnola del 1873 e nel 1931 durante la Seconda Repubblica fu ristabilito nel 1942 secondo le prerogative antecedenti alla seconda Repubblica, ovvero quelle dettate dal Re Alfonso XIII che nel 1910 riunì tutte le norme fino ad allora promulgate.
Nel 2002, con il Real Decreto 1051, l’Ordine ha subito delle modifiche nello statuto, che hanno derogato alle precedenti regole stabilite dai decreti reali del 1910, del 1983 e del 2000. La norma del 2002, attualmente in vigore, ha stabilito che le classi di conferimento sono suddivise in cinque categorie, “Cruz” (Cavaliere), “Encomienda” (Commendatore), “Encomienda de numero” (Grande Ufficiale), “Gran Cruz” (Cavaliere di Gran Croce) e “Collar” (collare). Una volta deliberato sul conferimento la cancelleria dell’Ordine provvede alla consegna del titolo corrispondente firmato sia dal Re, in qualità di Gran Maestro, che dal Presidente del Governo in qualità di Gran Cancelliere. Il Real Decreto del 2002 limita inoltre le concessioni della classe di Collare a 25 insigniti, della classe di Gran Croce a 100, senza tenere conto degli ex ministri decorati, della classe di Grande Ufficiale (“Encomienda de numero”) a 200.
L’attuale gran maestro il re Felipe VI, mentre la Cancelleria dell’Ordine, che si occupa di tutte le proposte di concessione è ubicata presso la Segreteria Generale della Presidenza del Governo, in quanto il Presidente del Governo appena nominato ed investito della Gran Croce dell’Ordine di Carlo III, assume la carica di Gran Cancelliere. I membri dell’Ordine mantengono ancora oggi alcuni privilegi onorifici, come il titolo di “Eccellenza” per i cavalieri e dame di Collare e Gran Croce e di “Illustrissimo” per le restanti classi. Le insegne dell’Ordine prevedono per la classe più prestigiosa un collare, composto da quarantuno maglie nelle quali si alternano l’iniziale del nome di Carlo III (C III) chiuse da foglie di palma e di alloro e circondate da due leoni rampanti, seguite da maglie che raffigurano alternativamente un castello ed un trofeo militare.
Dal collare pende una croce tipo malta smaltata di azzurro e bordata di bianco, accantonata da quattro gigli dorati e sormontata da una corona d’alloro, caricata di uno scudo ovale dorato bordato d’azzurro nel quale è raffigurata la Immacolata Concezione secondo il quadro di Murillo conservato al Museo del Prado di Madrid. La classe di merito del collare prevede, nel caso non venga indossato il collare, una fascia celeste filettata di bianco agli estremi ed una placca argentata a forma di croce, caricata come quella precedentemente illustrata, ma con delle variazioni nel bordo dello scudo ovale, che nella parte superiore è di colore blu smaltato, mentre nella parte inferiore è di colore bianco con l’iscrizione del motto dell’Ordine VIRTUTI ET MERITO. Il collare è di proprietà dell’Ordine pertanto deve essere restituito alla morte degliinsigniti.
I cavalieri possono invece indossare sul lato sinistro del petto la stessa croce riprodotta nel collare però pendente da un nastro di 30 millimetri di larghezza di colore celeste con palo bianco al centro. Al verso la croce dei cavalieri reca nello scudo ovale il monogramma del re Carlo III (C III), con bordatura di smalto bianco portante l’iscrizione VIRTUTI ET MERITO. I militari indosseranno sull’uniforme ordinaria il nastrino con gli stessi colori del nastro della croce da petto, ma con le seguenti distinzioni da apporre sul palo bianco, secondo la classe concessa: Gran Croce con corona reale, Grande Ufficiale con monogramma del re Carlo III, Commendatore con croce dell’Ordine in miniatura, Cavaliere nastrino senza nessuna insegna.