VARESI & NOMISMA:
APPUNTAMENTO ALL’INCANTO DEL 10 NOVEMBRE 

(informazione pubblicitaria) | Si svolgerà a partire dalle ore 14.00 del 10 novembre, presso il Four Seasons Hotel di Milano (Via Gesù 6/8) l’asta 2017 organizzata dalla Numismatica Varesi in collaborazione con Nomisma. Le offerte, possibili come sempre sia in sala che – il giorno dell’incanto – sui portali www.bidinside.com e www.emaxbid.com, sarà preceduta, dalle 9.30 alle 12.30, dalla sessione di visione lotti. Le monete in catalogo – oltre seicento esemplari selezionati – saranno inoltre visibili previo appuntamente, dal 23 ottobre all’8 novembre presso gli uffici della Numismatica Varesi a Pavia (Viale Monte Grappa 3, tel. 0382.570685, web www.varesi.il, mail info@varesi.it).

Il catalogo si apre con una superba selezione di 92 esemplari in oro di epoca romana, bizantina e barbarica che spaziano dai 60 assi anonimi con Marte e aquila su fulmine (lotto 1, Spl,  5000 euro) ad aurei – fra gli altri – a nome di Augusto, Claudio e Nerone. Da segnalare un raro Otone con ritratto e allegoria della Pace (lotto 13, Mb/Bb,  10.000 euro) ed uno spettacolare Marco Aurelio con ritratto al dritto e figure dell’imperatore e di Lucio Vero che si stringono la mano al rovescio (lotto 33, qFdc,  10.000 euro). Passando al III secolo, spicca un aureo di Probo con busto radiato e al rovescio la “Fides Militum” con due insegne (lotto 45, Bb/Spl,  12.500 euro) mentre, per quanto riguarda il basso Impero, vasta è la selezione di solidi, histamenon nomisma e tetrarteron nomisma.

Il secondo capitolo del catalogo è dedicato invece alle monete estere, con una piacevolissima scelta di dollari cinesi per il commercio coniati tra fine ‘800 e inizio ‘900 mentre, tornando nel Vecchio continente, sono da segnalare molte belle monete britanniche ed alcune rarità statunitensi. Tra queste, citiamo rispettivamente la sovrana di Giorgio IV del 1826 (lotto 123, Fdc proof,  5000 euro) e il mezzo dollaro del 1862 (lotto 143, Fdc con fondi a specchio,  2000 euro).

“Zecche e possedimenti italiani” rappresenta tuttavia, come ovvio, una delle sezioni più ricche dell’asta: per iniziare in bellezza, è unica la medaglia in oro da 2 ducati per l’incoronazione di Carlo V, realizzata a Bologna (lotto 150, Bb/Spl,  4500 euro) mentre è di estrema rarità la piastra fiorentina del 1575 con notevoli differenze rispetto al tipo comune (lotto 160, Spl,  euro 15.000) che fa da “apripista” a numerose altri pezzi eccellenti della serie granducale.

Per Genova spiccano le rarissime 50 lire oro del 1758 (lotto 184, Fdc,  20.000 euro) anche per l’eccezionale conservazione; Mantova risponde con un’altra grande rarità, le 3 lire del 1779 con bordo a fogliette recanti al dritto il ritratto di Maria Teresa e al rovescio lo stemma (lotto 195, Bb/Spl,  25.000 euro). Una stima ancor più elevata se la merita il reale di Carlo I d’Angiò proveniente da una vendita Ratto del 1953 (lotto 200, qSpl,  30.000 euro), una delle più significative monete del Meridione battuta nel medioevo.

Magistrale esempio di arte rinascimentale, invece, la medaglia milanese per Carlo V opera di Leone Leoni commissionata dal Senato della città e battuta al modulo e al peso del quarto di scudo (lotto 211, Spl,  8000 euro); per Mirandola spicca invece un rarissimo doppio ducato di Gianfrancesco II Pico (1499-1533) con busto corazzato al dritto e san Francesco che riceve le Stimmate al rovescio (lotto 220, mBb,  20.000 euro) e un ducatone del 1618 di grande fascino ed estremamente raro (lotto 221, Spl,  50.000 euro).

Assolutamente eccezionali per rarità e fascino le due monete da 40 franchi del 1810 per Napoli a nome di Gioacchino Murat con al rovescio il titolo di “grand’ammiraglio di Francia”, ex collezione Mauro Scarlato (lotti 242 e 243, Bb/spl e Spl, basi 30.000 e 50.000 euro); come se non bastasse, in asta sono presenti anche la piastra da 12 carlini e i 3 grana.

Lasciando ai lettori il piacere di approfondire i lotti relativi ad altre zecche tra cui Pavia, Piacenza, Reggio Emilia e Retegno, per Venezia segnaliamo alcune rarissime oselle in oro come quella del primo anno di dogato di Alvise II Mocenigo (1700) con il dritto solito abbinato ad un’allegoria della Fortuna che, colpita da un fulmine, cade su una ruota spezzata (lotto 294, bello Spl,  15.000 euro).

Alcune interessanti monete e medaglie napoleoniche precedono un’altra significativa sezione, quella delle monete papali che si apre con un eccezionale grosso per Spoleto di papa Paolo II con armetta di Emiliano Orfini (lotto 327, qSpl,  5000 euro) per proseguire con rarissimi giuli a nome di Leone X per Ancona e Parma, col mezzo scudo ossidionale per Clemente VII coniato a Castel Sant’Angelo durante il sacco del 1527 (lotto 339, Spl,  10.000 euro) e con lo scudo d’oro per Ancona di Gregorio XIII, moneta di estrema rarità (lotto 350, Spl,  10.000 euro).

Piastre, testoni e giuli, ma anche scudi e quadruple in oro scandiscono la selezione di esemplari pontifici qui proposta, che comprende sia monete coniate a Roma che nelle altre officine papali come Bologna, rappresentata in modo esemplare da un doppio zecchino di Benedetto XIV coniato nell’anno II di pontificato per la visita del Lambertini nella sua città (lotto 412, Spl,  10.000 euro).

Passando alle monete di Casa Savoia, di particolare ricchezza è la scelta di esemplari a partire dal regno di Vittorio Amedeo II (1713-1718); a circa un secolo più tardi, al 1821 per l’esattezza, data una delle maggiori rarità del Regno di Sardegna, le 80 lire per Torino (lotto 467, Spl,  50.000 euro) seguite da esemplari di Carlo Felice e Carlo Alberto. Per Vittorio Emanuele II come re eletto, ai lotti 484 e 485, figurano le 20 e le 10 lire bolognesi del 1860, entrambe di notevole rarità (lotti 484 e 485, entrambe Fdc, basi 80.000 e 10.000 euro); come re d’Italia, invece, lo stesso sovrano è presente con le 100 lire del 1878 (lotto 490, Fdc,  85.000 euro) e le 50 lire del 1864 (lotto 491, Bb/qSpl,  120.000 euro) oltre che con altre decine di selezionale monete in oro e in argento.

Tra queste ultime, un cenno lo merita la 20 centesimi del 1863 coniata a Torino tipo Stemmino, ritirata perché – se dorata – si confondeva con le 5 lire oro. In asta Varesi & Nomisma è proposta al lotto 507, più di Spl, ad 80.000 euro. Altre rarità si segnalano per Umberto I e Vittorio Emanuele III: del re numismatico, in particolare, sono presenti alcune rarissime 20 lire Littore e 10 lire Biga coniate per i numismatici e ben tre esemplari dei 10 centesimi Italia su prora del 1910: due sono di prova, di cui uno in slab; il terzo, di grande rarità, non presenta invece la dizione PROVA ed è per questo di ancora maggiore pregio (lotto 606, Fdc,  25.000 euro).

Il catalogo si chiude con alcuni lotti multipli di monete papali e con la serie di diciannove volumi originali del “Corpus” con splendida legatura in mezza pelle beige e taglio superiore rosso.

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