UNA MEDAGLIA DI VINCENZO DINO PATRONI PER IL “CRISTO DI MARATEA”

documents-button(di Roberto Ganganelli) | Sulla vetta del Monte San Biagio che domina la cittadina di Maratea, in provincia di Potenza, da mezzo secolo troneggia nel suo candore una grande statua, il “Cristo Redentore”. Opera del maestro fiorentino Bruno Innocenti (1906-1986) che la realizzò tra il 1963 e il 1965, è alta oltre 21 metri e venne realizzata impiegando una particolare mescola di cemento e scaglie di marmo di Carrara, che conferisce alla scultura una luminosità ed un nitore senza eguali. Sebbene passata in sordina al momento della sua inaugurazione, la statua del “Cristo di Maratea” è da sempre ammirata dalla popolazione locale come dai turisti e rappresenta da decenni un’opera mirabile. Simbolo d’arte e di fede, voluta dal conte Stefano Rivetti di Val Cervo (1914-1988), per la sua imponenza e bellezza la scultura si è inserita, elemento ormai armonico e consueto, nel suggestivo paesaggio naturale del Golfo di Policastro. Il “Cristo Redentore” si staglia infatti in cielo con le sue linee slanciate ed essenziali, il volto sereno, le braccia spalancate ad accogliere – Egli, figlio di Dio fattosi uomo, e morto in croce – l’Umanità intera dopo la Resurrezione.

001Il “Cristo Redentore” di Maratea (source: web)


Trascorsi cinquant’anni, Maratea ha celebrato in marzo la ricorrenza del completamento della statua ricordandone il committente e l’artista con una serie di iniziative e non è mancato, ad opera di uno dei più noti artisti italiani del settore, anche un omaggio in medaglia, tanto originale nella forma quanto accurato ed armonioso nella realizzazione. Abbandonando – come già ha fatto in altri casi – la classica forma del tondello e la realizzazione duale dritto/rovescio, Vincenzo Dino Patroni ha infatti ideato una medaglia uniface, celebrativa e devozionale al tempo stesso, che segue nel profilo quello della scultura, componendolo con un nastro ad arco di cerchio, interrotto a destra, sul quale campeggiano le iscrizioni CINQUANTENARIO DELLA STATUA DEL REDENTORE e MARATEA 1965-2015. I Il mezzo secolo di vita dell’opera è evocato dal profilo del numero 50, con le cifre poste alla base del Cristo, ai suoi lati. Tutto il resto, come se guardassimo la statua stagliarsi contro il cielo, non è piano di fondo bensì vuoto, non materia ma limpida apertura, spazio che si giustappone al modellato nella medaglia come nella realtà.

???????????????????????????????La medaglia modellata da Vincenzo Dino Patroni per il cinquantenario della scultura (source: author)


“Questa medaglia – sono parole del maestro Patroni – è prima di tutto un’opera che nasce dalla mia esperienza anche come designer affiancata a quella di scultore e di medaglista, nell’intento di consegnare alla storia un’opera con un’impronta fresca, leggera ed attuale, ma soprattutto un lavoro originale che possa essere coniato e divulgato in tutto il mondo per il piacere dei numismatici, dei collezionisti come dei devoti e di quei lucani che vivono, oltre che a Maratea, anche in paesi o continenti lontani”. Salernitano di nascita e di famiglia, ma di adozione lucana, Patroni ha così realizzato, col cuore e con l’anima oltre che con le abilità delle sue mani, un’opera (nella versione originale, fusa in bronzo patinato e dal diametro di 220 millimetri) destinata a durare nel tempo, sia per la storia della città di Maratea che per tutta la Lucania.

L’arte della medaglia, nei secoli, come ogni altra disciplina artistica frutto delle capacità umane si è sviluppata grazie a costanti tentativi di superamento dei limiti precedenti, a sperimentazioni ed ardite innovazioni, nella forma come nei supporti materici e nelle modalità realizzative. Il potere suggestivo dell’opera di Vincenzo Dino Patroni, in questo senso, è grande, come lo è l’impatto emozionale nel momento in cui, sollevata la medaglia verso l’alto, la figura di Gesù si erge fra le nostre mani sullo sfondo del cielo, tra rare nuvole in lento movimento, e l’opera d’arte interagisce con la natura e l’immaginazione. E’ allora che, solo desiderandolo, ciascuno può percepire l’icona come elemento del proprio paesaggio reale o interiore, oppure lasciarsi portare dall’immaginazione fin sul mare di Lucania, tra gli odori e i colori del Golfo di Policastro, di fronte al “Cristo Redentore” di Maratea.