UN UNICUM NUMISMATICO TRA I CAPOLAVORI PANDOLFINI: LA QUADRUPLA FIORENTINA DEL 1591 

(articolo sponsorizzato da Pandolfini Aste) | Non è passato molto tempo da quando il Dipartimento Monete e Medaglie di Pandolfini Aste, forte della convinzione che il collezionismo numismatico e medaglistico ad alto livello possa dare un contributo positivo e incisivo al settore delle vendite pubbliche e al mercato dell’arte, ha proposto per la prima volta un catalogo interamente dedicato alle monete e medaglie da collezione. Il successo della vendita, ottenuto attraverso l’offerta di mille e uno lotti, molti dei quali di grande qualità conservativa e rarità provenienti da una antica collezione fiorentina del periodo del granduca Leopoldo II di Lorena, consolida il ruolo di primo piano di Pandolfini anche nel mercato specifico della numismatica dove da molti anni operano con profitto operatori specializzati sia italiani che esteri. Elementi imprescindibili per la selezione di ciascun esemplare sono quelli della rarità e del perfetto stato di conservazione. Oggi il collezionismo numismatico, differentemente a quello dello scorso secolo più improntato allo studio della moneta e per quello che storicamente rappresentava, sembra infatti apprezzare molto di più la grande qualità conservativa.

Ferdinando I de’ Medici in un ritratto giovanile, in abiti cardinalizi (source: web)


Il Dipartimento è lieto di proporre una moneta in oro di estrema rarità coniata per volere del granduca Ferdinando I de’ Medici nel 1591, i cui esemplari esistenti – incluso il presente – si contano in numero di tre, di cui uno conservato al Museo Nazionale del Bargello di Firenze e l’altro al Museo Nazionale Romano (ex collezione di Vittorio Emanuele III). La grande rarità di questa moneta, in origina emessa con una tiratura di 1260 pezzi, è quasi certamente imputabile al fatto che gli esemplari in circolazione vennero ritirati e poi rifusi, permettendone così il riutilizzo del metallo prezioso per nuove coniazioni. La moneta proposta, dunque, è di fatto unica sul mercato.

Il fiero ritratto corazzato e barbuto del granduca Ferdinando I de’ Medici sul dritto del quadruplo scudo d’oro 1591 (source: Pandolfini Aste)


L’esemplare qui proposto, al lotto n. 6 dell’incanto “Capolavori da collezioni italiane”, sarà battuto il prossimo 28 settembre a Firenze assieme a porcellane e maioliche, dipinti d’autore, gioielli, manoscritti, arredi e orologi di altissimo livello; si tratta di una doppia da due o scudo quadruplo, apparso per la prima volta sul mercato nel 1921 nel catalogo di vendita della ditta P. & P. Santamaria di Roma relativa alla prestigiosa Collezione Ruchat (parte II, lotto n. 563) e nella cui nota relativa viene riportata la seguente frase: “Della più grande rarità. Proveniente dalla Collezione Ginori Conti”. A questa vendita pubblica, una delle prime e certamente più importanti a livello nazionale, presero parte alcuni dei più grandi numismatici della storia tra i quali, solo per citarne alcuni, Ratto, Canessa, Galeotti e Santamaria.

Una raffinata scena dell’Annunciazione al rovescio della rarissima moneta, nota in appena tre esemplari di cui due in collezioni pubbliche  (source: Pandolfini Aste)


Coniata in oro a 22 carati, al peso di gr 13,20 per mm 30 di diametro, questa assoluta rarità in bellissima conservazione porta raffigurato al dritto il busto corazzato del granduca Ferdinando I de’ Medici (1587-1609) rivolto verso destra, circondato dalla legenda FERD • M • MAGN • DVX • ETRURIÆ • III che indica in forma abbreviata FERDINANDO DE MEDICI GRANDUCA III DI TOSCANA. Al rovescio è raffigurata la scena dell’Annunciazione, tema assai caro al granduca, rappresentata dalla figura alata dell’arcangelo Gabriele benedicente con un giglio dal lungo stelo, simbolo di purezza, e l’immagine della Vergine ritrosa, colta dall’improvviso annuncio divino, seduta sullo scranno con un libro aperto. Attorno la legenda in latino ECCE • ANCILLA • DO MINI •, ossia  ECCO L’ANCELLA DEL SIGNORE e la data di coniazione, il 1591. La moneta venne battuta a Firenze su conii incisi da Michele Mazzafirri o Lorenzo della Neva e aveva all’epoca un valore pari a 38,80 lire fiorentine. La stima di partenza attribuita da Pandolfini Aste a questo assoluto capolavoro della monetazione italiana è di € 40.000/60.000.

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