(di Federico De Luca) | Aspendo era la più antica città della Panfilia, piccola regione costiera dell’Asia Minore prospiciente l’isola di Cipro, confinante ad ovest con la Licia e a nord-nord est con la Galazia. Aspendo si caratterizza per una notevole produzione monetaria che inizia nel V secolo a.C. Il famoso statere in argento di Aspendo (fig. 1) che raffigura due lottatori al dritto ed un fromboliere al rovescio (inizialmente inserito all’interno di un quadrato incuso e successivamente all’interno di un quadrato perlinato) era largamente usato in Anatolia meridionale e in tutto il Mediterraneo orientale. Al rovescio della moneta, nel campo a destra del fromboliere, è raffigurata la triscele mentre alla sua sinistra è riportato in verticale la forma indigena del nome della città che stava alla base dell’adattamento greco: Estwediis.
La scelta di raffigurare al dritto due lottatori testimonia l’importanza che aveva nella civiltà greca la lotta, considerata come un esercizio indispensabile per il rafforzamento del fisico e del carattere dei giovani. Lottatori in azione venivano raffigurati anche su molti vasi e bassorilievi (fig. 2), oltre ad essere il soggetto di statue e gruppi scultorei. La lotta è citata nei poemi omerici dell’Iliade e dell’Odissea ed era inclusa nei giochi olimpici. Secondo la tradizione persino Platone partecipò come lottatore ai Giochi Istmici; Tolomeo II e Tolomeo III d’Egitto sono rappresentati artisticamente come lottatori vittoriosi.
Fig. 1 | Statere in argento coniato ad Aspendo (Panfilia) nel 380-325 a.C. Al D/ due lottatori che cominciano ad affrontarsi; Al R/ fromboliere che scaglia un proiettile con la frombola (fionda); a destra triscele; legenda (source: Roma Numismatics Ltd.)
Nel corso del IV secolo a.C. la posizione dei due lottatori rappresentati al dritto degli stateri di Aspendo si stabilizza perché viene proposta sistematicamente la situazione di inizio gara in cui ogni lottatore afferra l’altro per le braccia (figura n.1): i corpi affrontati dei due lottatori, posti leggermente di tre quarti e con le gambe in tensione per mantenersi in equilibrio, danno un’impressione di prospettiva; in primo piano appare costantemente la mano destra del lottatore di sinistra che stringe il polso sinistro dell’avversario. Invece, nelle prime emissioni monetali di Aspendo, vale a dire quelle risalenti all’ultimo ventennio del V secolo e ai primi anni del IV secolo, i lottatori al diritto sono raffigurati in una varietà di posizioni: contrapposti ma senza che nessuno tocchi l’altro; mentre uno afferra la gamba dell’altro; mentre uno tiene il braccio dell’altro e questi afferra il collo dell’avversario e così via. In tutto le posizioni dei lottatori che precedono quella che più tardi rimarrà immutata sono ben sedici e colpiscono per il realismo con cui rendono tutto lo sforzo fisico profuso dai due contendenti in un momento specifico della gara. Queste rappresentazioni sono così dettagliate e precise che, giocando un po’ con la fantasia, permettono di ricostruire un intero incontro di lotta. Se, infatti, diamo un nome ai due lottatori (ad esempio Demetrio al lottatore di sinistra, Apollodoro a quello di destra) e sistemiamo i dritti con diverse raffigurazioni nella sequenza della fig. 3 (proprio come se fossero fotogrammi di un’unica pellicola cinematografica), assisteremo ad una gara di lotta svoltasi ad Aspendo, in Panfilia, alla fine del V secolo a.C. Provate a leggere in sequenza le foto, dalla prima in alto a sinistra all’ultima in basso a destra…
Fig. 2 | Bassorilievo in marmo del 510-500 a.C. che raffigura due lottatori, conservato al Museo Archeologico Nazionale di Atene (source: web)
Ecco allora sulla moneta n. 1 i due contendenti che si studiano all’inizio della competizione, con le mani aperte, pronte ad approfittare della minima distrazione dell’avversario per ghermirlo. E il primo che ci riesce è Apollodoro che con la mano destra afferra l’avambraccio sinistro di Demetrio, con la sinistra gli stringe la spalla mentre con il piede destro cerca di mettergli lo sgambetto in modo da farlo cadere e poi bloccare a terra (moneta n. 2). Ma Demetrio è un osso duro e reagisce immediatamente: sulla moneta n. 3 lo vediamo che si divincola dalla stretta di Apollodoro a cui riesce ad afferrare il braccio destro ed il polso sinistro. Demetrio immobilizza definitivamente Apollodoro sulla moneta n. 4. Il momento di stallo dura poco perché dopo un po’ Apollodoro con il braccio destro afferra Demetrio per la nuca (moneta n. 5). Sulla moneta n. 6 le distanze si accorciano: Apollodoro afferra ora il collo di Demetrio con il braccio sinistro ma Demetrio si dimena, reagisce cercando di mettere lo sgambetto all’avversario prima con il piede sinistro (moneta n. 6), poi con il piede destro (monete nn. 7, 8 e 9) costringendo Apollodoro ad indietreggiare per non cadere. Apollodoro contiene l’attacco di Demetrio e gli afferra il polso sinistro (moneta n. 10). Si crea una situazione di vantaggio per Apollodoro che immediatamente tenta di approfittarne: sulla moneta n.11 vediamo che protende la gamba sinistra in avanti per mettere lo sgambetto a Demetrio. La moneta n. 11 raffigura anche la reazione di Demetrio: pianta la mano destra sulla pancia dell’avversario lo spinge con tutta la sua forza. Apollodoro indietreggia un po’ barcollando: è solo una frazione di secondo ma tanto basta a Demetrio per afferrare la gamba sinistra di Apollodoro e stringergliela come in una morsa (moneta n. 12). Sempre più in difficoltà, Apollodoro cerca disperatamente di rimanere in equilibrio aggrappandosi alle spalle dello sfidante (moneta n. 13). Ma Demetrio ormai è inarrestabile (moneta n. 14), è un cavallo tessalo imbizzarrito: spinge sempre più avanti Apollodoro privandolo definitivamente dell’appoggio della gamba destra. Apollodoro è ormai prossimo a bagnare con il sudore della sua schiena l’arena del ginnasio di Aspendo. I muscoli del suo corpo sono tesi in uno sforzo formidabile, degno di Ercole ma vano perché non riesce in alcun modo a fermare Demetrio. Ormai non c’è più nulla che possa fare per impedire che la corona di alloro del vincitore cinga il capo di Demetrio e non il suo.
Fig. 3 | La gara di lotta raccontata dagli stateri coniati ad Aspendo (Panfilia) tra la fine del V secolo a. C. e l’inizio del IV secolo a. C. (source n. 1: Numismatik Lanz München; n. 2: Dr. Busso Peus Nachfolger; n. 3: LHS Numismatik AG; n. 4: Classical Numismatic Group; n. 5: Fritz Rudolf Künker GmbH & Co. KG; n. 6: Fritz Rudolf Künker GmbH & Co. KG; n. 7: Auktionshaus H. D. Rauch GmbH; n. 8: Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung; n. 9: Heidelberger Münzhandlung Herbert Grün e.K.; n. 10: Classical Numismatic Group; n. 11: Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung; n. 12: Ira & Larry Goldberg Coins & Collectibles; n. 13: Numismatik Lanz München; n. 14: Fritz Rudolf Künker GmbH & Co. KG)