Tra le sue ultimissime opere ricordiamo la suggestiva coniazione del 2013 per l’Anno della Fede, quella – dello stesso anno – per la Reggenza sammarinese, l’omaggio al genio musicale di Giuseppe Verdi e, infine, la commovente medaglia-calendario 2015 della zecca fiorentina Picchiani & Barlacchi, nella quale il susseguirsi delle stagioni sembra quasi profetizzare, con il chiudersi dell’anno appena trascorso, anche la fine della parabola terrena e creativa dell’artista.
Grilli ha saputo essere autore originale e inimitabile di grandi sculture e, al tempo stesso, artefice di capolavori seriali “in sedicesimo”, come le medaglie; le une e le altre intrise di una profonda consapevolezza, costellate di stelle, volti infantili e figure di bambini, quasi ad evocare con un monito gentile la perduta innocenza del genere umano. Nell’ammirare le medaglie di Angelo Grilli si provano, a prescindere dal soggetto – un senso di pace e di armonia, insieme ad una primitiva meraviglia che viene da quel percepire in modo immediato le coniazioni dell’artista pavese più come vere e proprie sculture – irte di irregolarità, cuspidi, estrusioni, prospettive ardite – che come “tondelli celebrativi” in senso classico o tradizionale. Sogni fatti di metallo, arcaici e modernissimi al tempo stesso. Sogni che si trasformano in frammenti di storia, soprattutto nei ritratti di personaggi celebri del passato remoto – quali Galileo, Joyce e Pertarca – o recente, come i Nobel Giulio Natta ed Ernesto Teodoro Moneta, senza contare i santi e i pontefici.
Così, di ritratto in ritratto, di curva in curva, di rilievo in rilievo l’arte della medaglia ha espresso grazie ad Angelo Grilli una delle proprie vette più alte del XX secolo, mantenendosi modernissima ed emozionante anche in questi primi tre lustri di Terzo Millennio nei quali, pur anziano e malato, il maestro ha continuato a donarci le sue creazioni. Il tutto, grazie ad una ricerca interiore continua e instancabile, quella che Grilli ha condotto per tutta la sua esistenza e che tanto ha dato a coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo.
Chi scrive ne conserva un ricordo indelebile, di mitezza e di umanità, legato ai giorni trascorsi a stretto contatto quando, allestendo la grande antologica di Teramo del 2013 curata da Giancarlo Alteri, di fronte all’attenzione e ai complimenti dei tanti presenti Grilli si sentiva quasi a disagio, come se egli non avesse merito alcuno nell’aver creato tanta bellezza ed emozione. Bellezza ed emozione che gli appassionati di numismatica e medaglistica ben conoscono e che in tanti conserveranno per sempre, gelosamente, nelle proprie raccolte, sotto forma di medaglie e di monete; assieme al sorriso, di ottantenne rimasto bambino, di colui che a quelle monete e a quelle medaglie ha saputo dare significato e vita. Grazie, maestro Grilli.