(di Roberto Ganganelli) | Fin da ragazzo Theodore “Teddy” Roosevelt – colui che sarebbe stato, dal 1901 al 1909, il 26° presidente degli Stati Uniti – era affascinato dal mare. Suo zio era stato ammiraglio nella Marina confederata durante la Guerra di Secessione e Teddy, fra l’altro, fu autore di un saggio tecnico-storico sulla Guerra navale del 1812, studiato e apprezzato per molti anni. Lo stesso presidente William McKinley nominò Roosevelt, nel 1897, ad assistente segretario della Marina e, al Navy Department, Roosevelt fuy un sostenitore della modernizzazione della flotta a stelle e strisce. Eroe della Guerra Ispano-americana, Teddy Roosevelt divenne governatore di New York, vicepresidente, e nel 1901 presidente degli Stati Uniti dopo l’assassinio di McKinley. Come presidente, Roosevelt aumentò notevolmente il tonnellaggio della U.S. Navy, facendo entrare in servizio anche una nuova nave da battaglia, la “U.S.S. Maine”, il 29 dicembre 1902. Seguirono altre corazzate in rapida successione, dalla “Missouri” nel 1903 alla “Nebraska” nel 1907.
Quella che fu chiamata la “Great White Fleet” di Roosevelt navigò in tutto il mondo per 14 mesi nel 1907-1909, proiettando ovunque l’immagine della raggiunta potenza marittima americana e sottolineando così la linea adottata in politica estera del presidente, ossia di “parlare sottovoce, ma brandendo un grosso bastone”. Roosevelt voleva in particolare far sentire la potenza americana nel Pacifico, dove l’Impero Giapponese era una nazione in forte crescita. Uno degli atti finali della sua amministrazione fu di accogliere la flotta al suo ritorno ad Hampton Roads, in Virginia, il 22 febbraio 1909, in coincidenza con il compleanno di George Washington. Anche dopo la fine della presidenza Roosevelt, la U.S. Navy proseguì il potenziamento: l’11 settembre 1911, venne varata la corazzata “U.S.S. New York (BB 34)”, la prima a montare cannoni da 356/45, e che ci interessa in particolare dal momento che questa nave da battaglia ebbe – pochi anni dopo – l’onore di finire sul retro delle banconote della Federal Reserve da 2 dollari “large size”.
Quando in Europa, nel 1914, scoppiò la Prima guerra mondiale, le potenze europee impegnate contro gli Imperi centrali non poterono che tirare un sospiro di sollievo per la raggiunta potenza navale americana, che poteva mantenere aperte le rotte atlantiche sia per il movimento di truppe ch pere il rifornimento di materie prime e armamenti al Vecchio continente. Gli Stati Uniti entrarono in conflitto direttamente nel 1917 e, come noto, l’armistizio pose fine alle ostilità l’11 novembre 1918.
Nel frattempo il Congresso americano aveva creato il Federal Reserve System le cui banche associate erano autorizzate ad emettere moneta cartacea in base alle disposizioni della legge sulla Federal Reserve del 23 dicembre 1913. Con tagli da 1 a 50 dollari, tutte queste banconote recano al fronte ritratti di presidenti degli Stati Uniti e allegorie patriottiche del commercio, dell’industria e della storia americana sul retro. Della 2 dollari qui illustrata, in particolare, furono stampati 67,6 milioni di pezzi e la banconota, ribattezzata “Battleship note”, divenne celebre non solo per il dettaglio dell’incisione ma anche per quella corazzata “U.S.S. New York” che naviga da sinistra a destra (ossia, da ovest verso est). Si dice infatti che ciò servisse allo scopo di propagandare il fatto che l’America era impegnata a difendere la libertà in Europa messa a repentaglio dagli Imperi centrali. Al fronte del biglietto è ritratto Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti ed eroe della Guerra d’Indipendenza del 1776. I 2 dollari 1918 della Federal Reserve tipo “Battleship” furono emessi per dodici diverse banche (Boston, New York, Philadelphia, Cleveland, Richmond, Atlanta, Chicago, St. Louis, Minneapolis, Kansas City, Dallas, San Francisco).
Operativa nel Mare del Nord durante la Prima guerra mondiale, la “U.S.S. New York” si ritrovò faccia a faccia con almeno due U-Boot tedeschi e si dice sia stata l’unica nave americana ad affondarne uno, colato a picco durante una collisione accidentale nell’ottobre 1918. Più volte ammodernata, nella Seconda guerra mondiale la nave servì ancora come scorta per i convogli diretti in Islanda e Gran Bretagna nelle prime fasi della guerra. In seguito venne rischierata nel Pacifico per provvedere al fuoco di supporto nell’invasione di Iwo Jima e. Ritornò a Pearl Harbor alla fine della guerra, quando scelta per prendere parte all’Operazione Crossroads, un test nucleare svolto su di una flotta di navi sull’Atollo di Bikini nel 1946. Sopravvisse all’esplosione e gli effetti delle radiazioni sullo scafo furono studiati per qualche anno. Venne infine affondata come bersaglio nel 1948, ma rimane nella memoria e nella storia per quell’affascinante e raro biglietto di banca che ancora oggi è così ambito da tanti collezionisti.