(di Antonio Castellani) | Le monete provenienti dall’Impero Romano, retaggio della sua plurisecolare storia, si trovano in tutta l’Europa, l’Africa settentrionale e nelle altre parti del mondo conquistate dai Romani. La diffusione della rete commerciale e militare romane fu uno dei molti modi in cui Roma ampliò i propri confini di influenza ed aumentò la sua ricchezza. Un’area che per lungo tempo vide l’occupazione romana è la Spagna moderna e, più in generale, la Penisola iberica. Non a caso lo scorso aprile è stata una scoperto un tesoretto di circa 600 monete romane proprio regione di Siviglia; all’inizio di luglio, inoltre, un altro ripostiglio di 40-50 esemplari risalenti al II secolo a.C. è stato rinvenuto nel sud della Spagna, in una miniera, durante regolari operazioni di scavo.
Alcune delle monete rinvenute a Spilsby, fotografate subito dopo il ritrovamento (source: web)
Grazie a questi insiemi di monete i ricercatori hanno potuto meglio comprendere la natura di insediamenti umani oggi non più esistenti, o di cui rimangono solo tracce a livello archeologico. I media, in Spagna, hanno reso noto che il tesoro numismatico sarà esposto presso il Museo delle Miniere di Minas de Rio Tinto, in Andalusia, permettendo al pubblico di godere e conoscere una pagina inedita di storia spagnola fino a quando le monete verranno acquisite da qualche altro soggetto, secondo quanto previsto dalla legge.
Risale invece al 2014, ma la notizia è stata solo di recente resa di pubblico dominio, il rinvenimento di oltre 300 esemplari di epoca tardo imperiale romana nel Regno Unito, presso Spilsby. Tutti risalenti all’età costantiniana, i reperti numismatici sono stati riportati alla luce da due appassionati di metal detector nelle campagne del Lincolnshire e gli archeologi hanno datato l’occultamento – in base alle autorità emittenti riscontrate sulle monete – attorno al 340 d.C. Chi abbia nascosto il gruzzolo, e perché non sia mai tornato a recuperalo, come spesso accade rimarrà un mistero.