(di Antonio Castellani) | Il Museo Thyssen-Bornemisza – inaugurato venticinque anni or sono – è una delle tre importanti pinacoteche di Madrid, a pochi passi dal Prado. Le circa ottocento opere che vi sono conservate spaziano dal Rinascimento alla pittura moderna e, in particolare, i dipinti provengono dalla raccolta privata della famiglia del magnate tedesco dell’acciaio Thyssen-Bornemisza, sposato con una spagnaola, ed erano prima collocate in un museo a Lugano, in Svizzera. Una vera e propria galleria di capolavori, il museo madrileno, quale solo un facoltoso collezionista del passato avrebbe potuto creare: un viaggio nella bellezza e nell’arte che la Real Casa de la Moneda di Madrid ha voluto regalare anche ai collezionisti di monete con una serie speciale di cinque emissioni, una in oro e le altre in argento con applicazioni policrome, selezionando dieci dipinti simbolo per una ideale “wunderkammer” numismatica disponibile sul mercato dal 19 giugno.
Si inizia dal Rinascimento del nord e da quello italiano con la moneta da 400 euro di facciale, in oro (999/.., mm 38 per g 27, 2000 esemplari) che rende omaggio al dritto ad Hans Holbein il Giovane con il suo marziale “Ritratto di Enrico VIII d’Inghilterra” (1537 circa) mentre al rovescio è riprodotto, in tutta la sua delicata eleganza, il “Ritratto di Giovanna Tornabuoni” opera del Ghirlandaio ed eseguito nel 1509-1510. Una modellazione a rilievo per la figura femminile, in contrasto con uno sfondo architettonico appena accennato.
I 50 euro in argento (925/.., mm 73 per g 168,75, 3000 pezzi) fanno tappa invece in America tra XIX e XX secolo. Per l’Ottocento, al rovescio è impressa una riproduzione de “La carovana perduta” di Charles Ferdinand Wimar – del 1856 circa – che mostra il dramma dell’esilio dei nativi americani scacciati dai pionieri e dall’avanzare verso il West della frontiera. Di tutt’altro tenore – intimista e specchio della solitudine nelle grandi metropoli del Novecento – è invece il dritto che, a colori, riproduce “The hotel room” di Edward Hopper, uno dei maestri dell’iperrealismo.
Due grandi nomi della pittura iberica del XVII secolo si vedono dedicare, invece, una prima moneta da 10 euro in argento (925/.., mm 40 per g 25, 7500 esemplari di tiratura). Le applicazioni a colori esaltano il soggetto di “Venere e Cupido” dipinto da Peter Paul Rubens tra il 1606 e il 1615, mentre il rilievo in argento raffigura il gruppo de “La Vergine e il Bambino con santa Rosa da Viterbo” opera di Bartolomé Esteban Murillo eseguito nel 1670.
Sempre da 10 euro, con medesime caratteristiche e tiratura, è la quarta moneta della serie che, dalle sale del Museo Thyssen-Bornemisza, ci presenta due ritratti capolavoro dell’Ottocento. Il primo è francese, opera di Édouard Manet del 1882 circa, e ci mostra il volto della “Cavallerizza”, modernissimo e mondano come solo nella Parigi dell’epoca d’oro se ne potevano incontrare; l’altro, viceversa, il “Ritratto di David Lyon” (1825 circa) dell’inglese Thomas Lawrence, esalta la distinzione e il rango di un gentiluomo britannico, fiero non solo di se stesso ma della tradizione e dell’Impero al quale appartiene.
L’ultima coniazione di questa serie pittorica in finitura proof e in emissione il 19 giugno, sempre con valore di 10 euro in argento e, come le altre, coniata in 7500 pezzi, è infine tutta all’insegna della modernità: a colori, sul dritto, è riprodotta l’opera cubista “Bottiglia con piatto di frutta” di Juan Gris, del 1919; sul rovescio, invece, la “Danzatrice” di Edgar Degas del 1877-1879, uno dei capolavori della pittura francese del XIX secolo, lontano dagli stilemi dell’impressionismo eppure così legato a quel movimento per l’attenzione alla realtà, alle figure umane e ai gesti spontanei. Le cinque monete vengono proposte in vari set: singole, i quattro pezzi in argento, o la serie completa con la moneta in oro.