(di Roberto Ganganelli) | Nel corso della sua storia, dal lontano 1793 ad oggi, il centesimo di dollaro americano – la moneta di minor valore nominale nella serie a stelle e strisce – ha cambiato più volte la sua composizione metallica. Battuto in puro rame nel periodo 1793–1857, nel 1857–1864 venne coniato con l’88% di rame e il 12% di nichel (lega conosciuta anche come NS-12), poi dal 1864 al 1942 in bronzo (95% rame, 5% stagno e zinco), nel solo 1943 in acciaio rivestito da zinco (noto come “steel penny”), nel 1944–1946 in ottone (95% rame, 5% zinco), quindi di nuovo in bronzo dal 1946 al 1962 (95% rame, 5% stagno e zinco) e poi ancora in ottone (1962–1982, 95% rame, 5% zinco e titanio). Dal 1982, infine, il “penny” con il ritratto di Abraham Lincoln e il suo Memorial viene realizzato su tondello di zinco placcato in rame, per un 2,5% del peso.
Una scelta, quella di ridurre la percentuale di rame presente nella moneta, sulla quale – soprattutto per esigenze di contenimento dei costi la U.S. Mint si è trovata a riflettere più volte, in particolare quando – correva l’anno 1974 – il prezzo del rame era giunto a livelli tali da far sì che il valore intrinseco della moneta e quello facciale sarebbero stati pressoché equivalenti. In quell’occasione, uno studio condotto dalla zecca federale concluse che l’alternativa migliore sarebbe stata quella di battere i centesimi in una lega di alluminio al 96%, fatto del tutto inedito nella monetazione d’Oltreoceano e che scatenò non poche polemiche.
Le zecche di Denver e Philadelphia, in ogni caso, si misero al lavoro per verificare la fattibilità del progetto e, dopo aver approntato modelli e conii adeguati alla nuova lega, realizzarono alcuni esemplari di prova. Ma, a quel punto, la Camera dei Rappresentanti respinse l’idea del centesimo in alluminio e, complice anche la discesa del prezzo del rame, di questa “moneta fantasma” non si parlò più.
Solo pochi mesi fa, un erede di Harry Edmond Lawrence, a suo tempo assistente sovrintendente alla zecca di Denver, ha dichiarato di possedere un esemplare del centesimo in alluminio del 1974 con segno di zecca D, che un tempo era stato in possesso di suo padre. Giudicato autentico dagli esperti della U.S. Mint, l’esemplare è stato confiscato “secondo il principio fondamentale, e consolidato da lunga data, che gli oggetti realizzati presso le strutture della zecca federale, non legittimamente emessi o altrimenti legalmente smaltiti, rimangono di proprietà del popolo americano”.
L’esemplare di “penny” in alluminio del 1974 qui illustrato in apertura, e privo del segno di zecca, appartiene alla collezione numismatica del National Museum of American History di Washington. L’esemplare con segno di zecca D recentemente riscoperto e confiscato è visibile in una pagina del sito della U.S. Mint a questo indirizzo.