(di Roberto Ganganelli) | La “Piastre de Commerce” venne adottata dalla Francia nel 1878, quando una commissione raccomandò la sua creazione al fine di competere con i dollari commerciali già in circolazione nei mercati dell’Asia, come pure con i popolari 8 reales messicani, i “trade dollar” statunitensi e britannici e le coniazioni in yen giapponesi. Nel 1879 e nel 1885 vennero realizzate dalla zecca di Parigi alcune prove per la Cocincina, ma solo nel 1885 venne coniata la prima, effettiva piastra destinata al mercato dell’Indocina. Come i classici “trade dollar”, il valore piastra dell’Indocina Francese era basato sul suo contenuto d’argento e il simbolo del dollaro ($) veniva utilizzato per designare le piastre in documenti amministrativi francesi.
Il 25 luglio 1930, in una nuova sessione di lavori un’apposita commissione decise inizialmente di creare un rinnovato tipo di piastra per l’Estremo Oriente, di diametro minore, del peso di 20 grammi e con una finezza di 680 millesimi. Tuttavia, questo progetto di moneta venne accantonato a causa del timore che la gente avrebbe potuto respingerla specie nei paesi vicini (Giappone, Siam, Java e Filippine) per preferire monete con una maggiore finezza d’argento. Un secondo modello da 20 grammi per 35 millimetri di diametro e 900 millesimi di finezza venne invece approvato e successivamente adottato con decreto del 12 agosto 1930, avviando contestualmente il ritiro delle vecchie piastre coloniali.
Questa tipologia fu opera dell’incisore francese Edmond-Emile Lindauer (1869-1942), famoso per le sue coniazioni forate da 5, 10 e 20 centesimi di franco. Per la sua bravura, Lindauer venne infatti chiamato da parte del Ministro delle Colonie per creare le nuove piastre. Dal verbale di questo incontro apprendiamo che la Commissione esaminò gli schizzi di Lindauer approvando la sua “composizione ovale” per il rovescio, ma chiedendogli di ridurre la dimensione della data per la versione definitiva. Invece, per il dritto, ci sorprende scoprire che la Commissione inizialmente indicò un bozzetto con la personificazione della Repubblica seduta, per poi chiedere a Lindauer di preparare un nuovo rovescio con “caratteristiche più indocinesi” che portò all’elaborazione del modello definitivo con il solo profilo femminile. Durante l’udienza, il signor De la Brousse, direttore Agence Economique de l’Indochine mostrò addirittura a Lindauer una statuetta raffigurante una donna indocinese per ispirare i suoi nuovi progetti.
Nonostante la pressione finanziaria e le esigenze commerciali di una nuova piastra per il commercio, da una lettera datata 11 agosto 1930 scopriamo che il ministro delle Colonie venne informato dal direttore della zecca – che aveva visto e apprezzato gli ultimi disegni di Lindauer – che alcune modifiche erano ancora necessarie. I bozzetti furono anche spediti in visione al governatore generale dell’Indocina, persona qualificata per dire se la popolazione indocinese avrebbe accettato il nuovo disegno della moneta.
Furono sei i tipi di “Piastre de Commerce” coniati dalla Francia nel periodo 1885-1928 prima dell’adozione di questo, ultimo prodotto soltanto con millesimo 1931 e che rappresenta la fine dello standard argenteo e il passaggio allo standard aureo, in monete e lingotti, sui mercati dell’Estremo Oriente. L’adozione del “Gold Standard” da parte di paesi vicini come l’India britannica, le colonie olandesi, il Siam e le Filippine stava infatti creando pressioni troppo forti sull’economia dell’Indocina Francese.
Le difficoltà economiche conseguenti portarono al decreto del 31 maggio 1930 che fissò il valore legale della nuova piastra a 655 milligrammi di oro. In totale furono oltre 16.000.000 le piastre francesi coniate nel corso di due anni, ma tutte con data 1931: 13.288.273 nel 1931 e 2.711.727 nel 1932. Si trattò dell’ultima moneta in argento coniata dalla zecca di Parigi per la circolazione in Asia: un’epoca stava per chiudersi.