(a cura della redazione) | Il 14 aprile 1977 veniva firmato a Roma l’atto costitutivo della Famiglia Romagnola, l’associazione che riunisce i Romagnoli residenti nella Capitale. In realtà si trattava non di una nascita, ma di una rinascita, in quanto un’associazione omonima era già stata costituita all’inizio del secolo (1903) ma questa, dopo vicende sicuramente travagliate di cui però si è persa traccia, era giunta ad un brusco epilogo per il “volontario” auto scioglimento, “consigliato” dalla gerarchia politica del Ventennio.
Si può dunque affermare che il 2017 rappresenta un anno singolare per la Famiglia Romagnola, in quanto viene a cadere in concomitanza con una quadruplice ricorrenza, rappresentata rispettivamente da: 114 anni dalla prima organizzazione associativa (1903); 60 anni dai tentativi di riaggregazione nel dopoguerra (1955-1957; 50 anni dalla ripresa effettiva delle attività sociali (1967); 40 anni dalla formale costituzione (1977).
“Pertanto – sottolinea in una nota il presidente Gianfranco Pelliciardi – per lasciare traccia concreta dell’operato dell’associazione nel panorama culturale della società romana e non mandare disperso un bagaglio di notizie e di esperienze altamente significative, il Consiglio Direttivo ha deciso di celebrare la ricorrenza con la coniazione di una medaglia commemorativa e la stampa di un volume che rievoca le tappe fondamentali della vita associativa”.
La medaglia, opera della scultrice romana Elisabetta Ercadi, al dritto reca l’emblema della Famiglia Romagnola, che lega la tradizione regionale – rappresentata dalla “caveja”, per eccellenza il simbolo della Romagna (un’asta d’acciaio saldata ad un’estremità superiore decorata con anelli e immagini allegoriche, sorretta da un galletto) ed elementi tipici del panorama capitolino (i pini e il Colosseo). Il rovescio riporta iscrizioni celebrative e in basso è decorato da un piccolo vaso da cui fuoriescono grappoli d’uva. La coniazione è avvenuta a cura dello stabilimento storico Picchiani & Barlacchi di Firenze.