(di Roberto Ganganelli) | Non solo bombe, non soltanto ordigni ad alto potenziale cadono sul mondo, a milioni, tra il 1939 ed il 1945, nel corso della II Guerra Mondiale. Anche viveri, armi, medicinali e generi di prima necessità subiscono la stessa sorte, paracadutati dagli Alleati dietro le linee nemiche per favorire le azioni della resistenza o soltanto per alleviare le sofferenze della popolazione civile stremata dal lungo conflitto. L’arma aerea, sperimentata per la prima volta in campo bellico dal Regio Esercito Italiano durante la Guerra italo–turca del 1911–1912 e resa celebre, nel corso della I Guerra Mondiale, dalle imprese degli assi della caccia, ha infatti sviluppato tra gli anni Venti e gli anni Trenta una serie di scenari operativi che vedono l’aeroplano impiegato, oltre che per scopi di caccia e bombardamento al suolo, anche in missioni di siluramento di obiettivi navali, ricognizione, soccorso e ricerca, trasporto e lancio di paracadutisti, armi ed equipaggiamenti. E proprio dal cielo, da quegli stessi aerei che riforniscono gli eserciti e i partigiani dei due schieramenti in lotta, arriva anche carta, sotto forma di milioni di volantini di propaganda rivolti, di caso in caso, a risollevare il morale degli abitanti dei paesi occupati o a minare quello delle truppe d’occupazione.In questo stesso settore, chiamato in seguito dagli esperti di storia militare “PsyOp” (“PSYchological OPerations”, ovvero operazioni di guerra psicologica), durante la II Guerra Mondiale toccherà anche al denaro giocare un ruolo di preminente importanza.
La cartamoneta rappresenta infatti, secondo gli esperti di propaganda sia Alleati che delle potenze dell’Asse, uno strumento di formidabile presa tanto sulle popolazioni civili che sulle forze militari in campo. Quante persone, infatti, trovando per terra qualcosa che ha tutto l’aspetto d’una banconota fresca di stampa non cedono, per lo meno, alla tentazione di darle un’occhiata? Se poi la guerra, i bombardamenti e la crisi economica hanno reso più prezioso il denaro, e pregiatissime alcune valute estere, chi mai rinuncia a raccogliere dollari o sterline che appaiono freschi di stampa e casualmente smarriti? In fondo, basta accettare il rischio – non certo il peggiore, in tempo di guerra – di scoprire che si tratta solo di specchietti per le allodole e che ci si trova, involontari protagonisti, nel bel mezzo di un’operazione di guerra psicologica. Quasi nessun esercito coinvolto nella II Guerra Mondiale si astiene dall’applicare l’idea del denaro come mezzo di propaganda e, per questo, descrivere in modo sistematico tutte le “emissioni” ideate nel corso del conflitto sarebbe pressoché impossibile. Possiamo, però, analizzarne alcune, le più strane, curiose e significative ad iniziare – in questo articolo – da quelle prodotte dalla Germania di Hitler e aventi come bersaglio il biglietto verde statunitense, l’odiato dollaro espressione, a parere dei nazisti, del controllo operato dagli ebrei sull’economia dell’intero pianeta.