(di Roberto Ganganelli) | Da qualche settimana tiene banco in Germania la discussione su un progetto di legge relativo alla protezione dei beni culturali, in modifica all’attuale legislazione in materia. Il provvedimento, come riportato da molti media del nostro settore (ad esempio i nostri colleghi di “CoinsWeekly”, leggi qui l’approfondimento) ma anche generalisti, prevede un autentico giro di vite per quanto riguarda la libertà di acquistare, collezionare, detenere e vendere oggetti che possano essere classificati dal legislatore e dai suoi tecnici come “di interesse culturale” al punto che un noto magnate, famoso per aver creato un’importante pinacoteca privata ed averla aperta al pubblico, ha dichiarato – in caso di approvazione del decreto – di pensare seriamente di vendere quanto prima tutti i suoi quadri.
Fino ad oggi la Repubblica Federale Tedesca ha avuto una normativa – pur rigorosa, come è d’uso per i provvedimenti del Bundestag – che si è dimostrata abbastanza moderna e flessibile, mentre con la nuova legge – che, a quanto si apprende, potrebbe addirittura avere effetti retroattivi – chi intenda vendere un dipinto, una scultura, un vaso antico, oppure delle monete o dei francobolli, dovrebbe essere sottostare ad una serie di rigide regole ed essere in grado di produrre un dossier dettagliato relativamente provenienza, passaggi commerciali precedenti del bene, modalità di pagamento con cui è stato acquisito/ceduto ecc… Inoltre, parte dei beni privati (anche le collezioni numismatiche) potrebbero essere sottoposti a vincolo da parte delle autorità con ulteriori complicazioni in caso di vendita (specie all’estero), diritti di prelazione, possibilità di indagini, sequestri e processi.
Insomma, una vera e propria babele di paletti potrebbe presto trasformare la Germania – floridissimo mercato, anche per quanto riguarda la numismatica e anche per i collezionisti nostrani – in un paese dal quale tenersi alla larga e la numismatica – al pari del commercio di quadri o di oggetti di altro genere – come un’attività a rischio, vista con sospetto dalle autorità e monitorata in maniera “persecutoria”. Impossibile, al momento, valutare con esattezza analogie e differenze rispetto alla legislazione italiana – la quale, come abbiamo avuto modo di ripetere più volte, non solo è già piuttosto restrittiva ma, soprattutto, poco univoca nelle interpretazioni – ma sta di fatto che la Germania, il paese più importante d’Europa (ben più della Francia e del Regno Unito) per quanto riguarda il mercato numismatico, rischia di vedere una florida e lunga tradizione di commercio d’arte (e anche di professionismo/collezionismo numismatico) messa in ginocchio – o peggio, quasi fuori legge – per colpa di una smania normativa e un desiderio di controllo che tanto somigliano, anche se ci spiace dirlo, a quanto visto in certi casi nel nostro paese.
Clicca sull’immagine per accedere alla petizione online e firma subitoPer fare in modo che il decreto non vada automaticamente in approvazione, ma venga prima discusso e modificato, se non stralciato in modo definitivo, è stata attivata da Ursula Kampmann una petizione online alla quale “Il giornale della numismatica” si associa, anche nell’interesse di tutti i collezionisti e gli operatori professionali italiani, chiedendo ai propri lettori di aderire al documento pubblicato in rete, in forma esplicita o anonima: se, infatti, verrà raggiunto il quorum di 120 mila firme, i rappresentanti dei commercianti numismatici e dei collezionisti tedeschi avranno la possibilità di far sentire le proprie ragioni, dialogando direttamente con il governo federale per far apportare alla legge le necessarie modifiche.
E’ una battaglia che non riguarda, come ben potete comprendere, solo la Germania, ma anche l’Italia l’Europa intera: quindi, sottoscrivete qui la petizione e inviate ai vostri amici collezionisti di monete o d’arte lo stesso link, con l’invito a fare altrettanto. Nel momento in cui scriviamo, sono circa 8 mila le firme raccolte, di cui oltre 4 mila in Germania e le altre – fra le quali, quella di chi scrive – dal resto del mondo. Ci rimangono 35 giorni, da oggi 28 luglio, per far sentire – anche come numismatici italiani – la nostra voce in Europa e dare un futuro più sereno al nostro settore. E per dare un aiuto concreto – non è uno slogan – basta davvero un clic.