PAROLE E MONETE: QUEI TRIFOLLARI “MARIANI”
PER L’INCERTA ZECCA DI MILETO

(di Antonio Castellani) | Nel 1072 Ruggero I gran conte di Calabria e di Sicilia – fratello di Roberto il Guiscardo – fissò la propria residenza a Mileto – oggi in provincia di Vibo Valentia – e, stando a quanto scrive Giuseppe Ruotolo in “Le zecche italiane fino all’Unità” (p. 899) “vi aprì una zecca in una data non precisabile. Secondo Mario Traina, “Non ci sono prove dell’esistenza di una zecca a Mileto ma l’attribuzione a questa città appare confermata dagli ultimi rinvenimenti locali”. Tanto che “Lucia Travaini non esclude un’emissione a Messina” dei famosi trifollari con al dritto un cavaliere con scudo e vessillo e al rovescio la Madonna seduta con il Bambino Gesù e la legenda MARIA MATER DOMINI.

Un esemplare di trifollaro in rame di Ruggero I con la Vergine e il Bambino (source: archive)


“La moneta – ci ricorda Traina – testimonia il successo raggiunto da Ruggero I che, dopo la morte di Guiscardo, era diventato il più forte signore normanno, ricevendo nel 1088 il Papa Urbano II a Troina e ottenendo nel 1098 la legazia apostolica. La figura del cavaliere ricorderebbe l’impresa di Sicilia, considerata come una crociata contro gli infedeli. La moneta sarebbe stata battuta in coincidenza con la prima Crociata e con il conferimento della legazia apostolica. All’intercessione della Vergine Ruggero I attribuiva gran parte del successo delle sue vittorie. Il peso di queste monete (il triplo degli altri follari, anche se spesso appare variabile) si giustificherebbe per Travaini con la necessità di mettere in circolazione nominali maggiori in mancanza di monete d’argento”. Il periodo di battitura più probabile appare quello tra il 1098 ed il 1101.