(di Antonio Castellani) | TEGIT ET PROTEGIT (“Copre e protegge”) si legge sul rovescio di un bel testone in argento a nome di papa Innocenzo XII Pignatelli (anno III, 1693) sul quale, al rovescio, un’aquila è accovacciata su due aquilotti, per l’appunto a proteggerli. La legenda, come altre, allude alla munificenza e alla carità del pontefice ma, secondo alcuni studiosi, potrebbe anche essere interpretata “nel senso che il denaro copre e protegge chi lo possiede”. Un’interpretazione, tuttavia, ben poco consona alla morale cristiana e che contrasta sia con lo spirito di papa Pignatelli che con l’impronta dell’aquila che assicura protezione ai suoi aquilotti.
Nella “Bibbia” l’aquila esprime una triplice metafora: l’aquila che sostiene con le ali i suoi piccoli è metafora di Dio che conduce Israele fuori dall’Egitto (“Esodo” 19, 4 e “Deuteronomio” 32, 11); nei “Salmi” (103, 102) chi ha sperimentato la misericordia di Dio “rinnova come aquila la sua giovinezza”; mentre “Isaia” (40, 6) afferma che “coloro che confidano nel Signore ricevono forza nuova da levarsi con ali come aquile”.
Una legenda che curiosamente si ritrova identica, in precedenza, su una medaglia a nome di Giovanni III Sobieski; medaglia del 1674 coniata in occasione dell’elezione a re di Polonia e che circonda, in questo caso, un robusto scudo sopra il quale campeggia la corona reale. Un messaggio politico, in questo caso, un richiamo alla forza delle armi e del potere con il quale il nuovo sovrano avrebbe retto il proprio regno. Altro che carità pontificia…