(di Roberto Ganganelli) | La città di Aventicum è stata la capitale degli Elvezi, il cui territorio un tempo si estendeva su quasi tutta la regione dell’attuale altipiano svizzero; nel III secolo d.C. arrivò a contare quasi 20.000 abitanti e ad essere un centro prospero ed importante dell’Impero Romano. La città era stata fondata all’inizio del I secolo d.C., poco dopo che il territorio degli Elvezi era stato annesso ai domini di Roma e, in seguito alla sua ascesa al potere nell’anno 69 d.C., l’imperatore Vespasiano aveva concesso ad Aventicum lo status di Colonia. Dopo la costruzione delle mura, che avrebbero raggiunto una lunghezza complessiva di ben 5,5 chilometri, la città conobbe una spettacolare crescita, soprattutto nel II secolo d.C.; vennero eretti numerosi edifici pubblici tra cui terme, templi, un teatro e un anfiteatro. Il lento declino della Aventicum iniziò a metà del III secolo d.C., dopo un periodo di instabilità politica e ripetute invasioni da parte delle popolazioni barbare. Tuttavia, Aventicum rimase ancora un centro importante tanto che fu scelta come sede vescovile nel corso del VI secolo, prima che la sede fosse trasferite a Losanna. Quella che oggi ha preso il nome di Avenches rimane uno dei più importanti siti di scavo archeologico in Svizzera ed è considerato, a livello internazionale, come un gioiello di epoca romana.
E’ per questo che Swissmint ha deciso di dedicare al sito di Aventicum una moneta commemorativa, immessa di recente sul mercato, nel prestigioso taglio da 50 franchi oro (900/.., mm 25,00 per g 11,29). Coniata in 5 mila esemplari proof e presentata in un elegante cofanetto, la celebrativa abbina alla faccia standard di queste emissioni (nome del paese, croce araldica, valore, data e segno di zecca) un lato che esalta la bellezza del reperto più importante rinvenuto negli scavi della città romana, il busto in oro (altezza 33,5 centimetri per 1,589 chilogrammi di peso) dell’imperatore Marc’Aurelio, circondato dal nome del sito e dalla data in numeri romani (MMXV). Il busto, venuto alla luce nel 1939 da un antico condotto idraulico nei pressi del Teatro Cigognier, si ritiene sia stato occultato da predoni Alemanni e mai recuperato; oggi è esposto nel Römermuseum di Avanches.