Incredibilmente la risposta ce l’abbiamo sotto il naso: le sigle riportate al di sotto dell’anfora, in realtà, non sono composte da lettere ma da numeri, espressi in greco con le stesse lettere dell’alfabeto. I numeri che usiamo noi oggi (i numeri arabi), infatti, sono stati introdotti in Europa solo a partire dal X secolo. Ebbene, ricostruendo l’intera emissione ateniese recante il simbolo dell’ancora e della stella vediamo che all’interno di ciascuna porzione di emissione, contraddistinta da una diversa lettera dell’alfabeto greco, una parte delle monete reca al di sotto dell’anfora la sigla ME, mentre la parte restante di monete reca la sigla ΣΦ (fig. 2). Queste due sigle, interpretate come composte da numeri e non da lettere, si rivelano essere una progressione numerica formata da due prodotti: ME che è il prodotto di E (5) per M (10.000) = 50.000 dracme mentre ΣΦ è il prodotto di 200 (Σ) per 500 (Φ) = 100.000 dracme. Ciò significa che in ciascuna porzione d’emissione dovevano rientrare 100.000 dracme.
Le monete via via coniate, quindi, recavano una sorta di “contatore” che informava a che punto era giunta la produzione della zecca, al momento della loro coniazione: si partiva con la coniazione delle prime 50.000 dracme (indicate sulle monete con ME) e, una volta coniato quel quantitativo di monete, si puntava verso la quantità di 100.000 dracme (indicata sulle monete con ΣΦ). Una volta coniata effettivamente la quantità di 100.000 dracme si azzerava il “contatore” e si ripartiva con la coniazione di una nuova serie di 100.000 dracme (indicata prima con ME e poi con ΣΦ al di sotto dell’anfora) all’interno di una nuova porzione di emissione, indicata con la successiva lettera dell’alfabeto sull’anfora. Pertanto, con una numerazione alfabetica (le lettere sull’anfora) venivano indicate le porzioni d’emissione e con una progressione numerica (le sigle al di sotto dell’anfora) venivano indicate le quantità di moneta rientranti in ciascuna porzione d’emissione.
Se dunque la tiratura di ogni serie è di 100.000 dracme è semplicissimo determinare la tiratura globale dell’emissione: basta moltiplicare la quantità di 100.000 dracme per le 11 porzioni dell’emissione e il risultato è di 1.100.0000.
Finora si è parlato di cifre espresse in dracme mentre le monete in questione sono tetradrammi (monete da 4 dracme cadauna): come fare per determinare concretamente a quante monete corrispondono le cifre indicate? Anche questo è semplice: basta dividerle per quattro. Ecco allora che 1.100.0000 dracme diviso 4 dà come risultato 275.000, che è il numero di tetradrammi coniati nell’ambito dell’emissione contraddistinta dal simbolo dell’ancora e della stella (cifre, queste ultime, confermate dalla ricostruzione dell’emissione effettuata nel libro “I numeri svelati”).
Insomma, se Asterix diceva dei Romani che erano pazzi, dopo aver visto queste cifre e queste sequenze riportate sulle monete greche, avrebbe sicuramente esclamato: “Sono geniali questi Greci!”.