(a cura della redazione) | Sopravvivere sotto imperatori come Caligola o Nerone non era affatto semplice, soprattutto se appartenevi all’alta aristocrazia romana. I membri del Senato che osavano manifestare opinioni non allineate erano considerati dei nemici, quindi da eliminare. E chiunque non praticasse la virtù della prudenza e “l’arte della sopravvivenza” poteva considerarsi già morto. Galba lo sapeva perfettamente. E sopravvisse. Aveva già compiuto 73 anni – venerabile età, ai tempi dei Romani – quando il governatore della provincia della Gallia Lugdunensis lo contattò nell’inverno del 67/68 d.C. Questo governatore, infatti, si era messo alla testa di quanti non volevano più sopportate – e finanziare – le stravaganze di Nerone.
Nerone. Aureo, Roma, 66/67. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 85
Nerone, infatti, aveva cercato di finanziare i suoi progetti architettonici – incredibilmente costosi -aumentando le imposte per le province. Gaius Iulius Vindex, governatore della Gallia Lugdunensis, era dunque assai preoccupato per il benessere della sua provincia. Ma anche se sapeva di poter contare sul sostegno dei Galli, sapeva anche che il Senato non sarebbe stato disposto a collaborare con lui. Aveva bisogno di un alleato, e che fosse rispettato e apprezzato dall’elite di Roma. E così si mise in contatto con Servius Sulpicius Galba, governatore della vicina provincia di Hispania Tarraconensis.
Galba, 68-69. Sesterzio, settembre 68. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 122
Questi era considerato l’ultimo rappresentante delle grandi famiglie della Repubblica Romana. Suo padre era già stato console. Sua madre discendeva dalla famiglia di Quintus Lutatius Catulus, noto come importante politico già al tempo di Nerone. Ma molto più importante è il fatto che l’imperatrice Livia aveva sostenuto Galba personalmente. Così Galba venne associato ad Augusto, il fondatore “divino” della dinastia Giulio-Claudia. Un fatto che Galba non trascurò mai di mettere in evidenza nella sua produzione di monete dopo la sua ascesa al potere.
Galba, 68-69. Denario, Tarraco, aprile – fine 68. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 95
Galba amministrava la provincia di Hispania Citerior, nota anche come Hispania Taraconensis, dal 60 d.C. Godeva dunque di piena fiducia da parte di Nerone, dato che in questa provincia erano di stanza importanti unità militari, di cui Galba era comandante supremo. Naturalmente l’imperatore lo sapeva. E quando la corte imperiale apprese della ribellione di Vindex, a Roma tutti si resero immediatamente conto che Galba poteva diventare una minaccia. Una minaccia che doveva essere eliminata il più rapidamente possibile.
Galba, 68-70. Denario, Spagna. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 88
Il tentato omicidio di Galba, tuttavia, fallì e, ciò che era peggio, rese chiaro a Galba che le sue tattiche prudenti non lo avrebbero protetto da un altro tentativo di eliminazione voluto da Nerone. Aveva solo un’opzione: prendete il toro per le corna e dare il via ad una ribellione. Ma Galba rimase fedele a se stesso e reagì con cautela: il 2 aprile del 68 d.C., si presentò all’esercito nel Foro di Cartagena. Si era circondato delle statue di tutte le vittime di Nerone ed era accompagnato da un giovane che Nerone stesso aveva mandato in esilio. Galba scelse con cura le parole, non lanciò un’aperta sfida. Eppure l’esercito fece quello che egli si aspettava: proclamarlo imperatore.
Le monete, naturalmente, raccontano questa fase iniziale del regno di Galba. Mostrano ad esempio il “Bonus Eventus”, la divinità che concedeva buone opportunità che dovevano essere colte. E poi la “Roma Renascens”, la risurrezione di Roma, in contrapposizione al regno degenerato di Nerone. Galba intendeva così risvegliare l’antica Roma, nelle sue virtù migliori e più antiche.
Galba, 68-69. Aureo, Tarraco (?), aprile – fine 68. Variante inedita. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 101
Galba rimase tuttavia sempre cauto, come si può dedurre, ad esempio, dai titoli che scelse per le sue monete. Non poteva evitare di coniare propri denarii e aurei, poiché come nuovo imperatore era responsabile del pagamento delle truppe. Ma fu abile da far sì che le monete venissero prodotte senza che lo si potesse accusare di aver usurpato alcun carica. Galba era “imperator”. Aveva ricevuto questo titolo da Claudio per il suo servizio in Africa. Tuttavia, Galba evitò ostentatamente il titolo di cesare o addirittura augusto fino a che Nerone, per la sua stessa incapacità politica, non venne destituito dal Senato e condannato a morte il 9 giugno dell’anno 68 nominando ufficialmente Galba suo successore.
Galba, 68-69. Sesterzio, Roma, giugno – agosto 68. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 105
A metà giugno del 68, Galba fu informato di essere stato nominato imperatore a tutti gli effetti. Subito provvide a cambiare le legende monetarie, facendosi indicare da allora cesare e augusto. Si trasferì quindi a Roma, che divenne il punto focale delle sue azioni politiche per i pochi mesi che gli rimanevano. Qui emise – con consenso del Senato – pregevoli sesterzi con ritratti e rovesci di grande fascino.
Galba, 68-69. Sesterzio, Roma, agosto-settembre 68. Tonificante marrone chiaro. Molto bene + / Molto bene. Stima: 1.250 CHF. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 117
La dea Roma è altrettanto spesso ritratta sulle monete di Galbs, come la corona civica in foglie di quercia che veniva assegnata a coloro che avevano salvato la vita di un cittadino romano. Augusto aveva già voluto raffigurare questo simbolo sulle sue monete, ricordando il fatto che aveva finito la Guerra civile. La figura della Libertas che tiene in mano il pileo, il cappello di feltro che veniva messo sulla testa di ogni schiavo liberato a Roma, è particolarmente significativa come rovescio: Galba allude infatti al fatto di aver liberato il popolo romano dalla tirannia di Nerone.
Galba, 68-69. Aureo, Roma, luglio 68 – gennaio 69. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 135
Un’eccezione sono le monete che recano l’iscrizione “Salus Generis Humani” (“Salvezza della razza umana”). Questo potrebbe riferirsi infatti a un “grido di battaglia” segreto diretto contro Nerone, che le legioni occidentali usavano durante gli assalti.
Clodius Macer. Denario, Nord Africa, 68. Una delle grandi rarità della moneta romana: esistono meno di dieci esemplari di questa moneta. Estremamente bene. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 87
Nello stesso mese in cui Galba si schierò, in Spagna, come avversario di Nerone, Clodius Macer, il legato imperiale della provincia africana, iniziò un’altra ribellione contro l’imperatore. Non sappiamo molto di questi eventi, ma è probabile che Galba non abbia collaborato con Macer. Al contrario, l’assassinio di Macer nell’ottobre del 68 ottobre potrebbe essere avvenuto proprio per ordine di Galba. Le monete di Macer sono tra le grandi rarità della numismatica romana. A quanto pare, egli produsse infatti un numero estremamente basso di monete, tutti denari. Il tipo illustrato qui sopra, per esempio, è noto in meno di dieci esemplari. È dedicato alla Legio III Augusta di stanza in Numidia, che sostenne Macer durante la sua rivolta.
Galba, 68-69. Aureo, luglio 68 – gennaio 69. Dalla Collezione Montagu. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 151
Anche se Galba si presenta come l’immagine ideale di un comandante dei soldati su questo aureo – nel gesto dell’attacco, in abiti militari e a cavallo – la sua mancanza di empatia nei confronti dei legionari avrebbe segnato il suo destino. Alle truppe non piacevano il suo insistere sulla disciplina più che sulla sua generosità. Così Galba dimenticò di concedere ricompense quando le ricompense sarebbero state appropriate. Inoltre, molti consideravano le punizioni da lui imposte come sproporzionate e irragionevoli. Invece di concentrarsi sul suo esercito, Galba si concentrò sul bilancio state cercando di recuperare i 2,2 miliardi di sesterzi che Nerone aveva elargito come doni. L’Oracolo di Delfi, ad esempio, doveva restituire i 40.000 sesterzi omaggiati da Nerone e, con azioni come queste, certamente nessuno – tanto meno un imperatore – si procura nuovi sostenitori…
Vitellius, 69. Aureo, luglio 68 – gennaio 69. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 163
Il 1° gennaio 69, quando tutte le legioni furono invitate a rinnovare il giuramento all’imperatore in una solenne cerimonia, accadde qualcosa di impensabile: l’esercito romano sul Reno rifiutò. I legionari erano in rivolta perchè Galba non li aveva premiati adeguatamente per il loro appoggio durante la ribellione. Aulus Vitellius, comandante delle truppe nella Germania Inferior, approfittò così della situazione facendosi proclamare imperatore a Colonia il 2 gennaio 69. E con gran parte delle sue truppe, quelle che avrebbero dovuto proteggere la provincia contro i Bataviani, mi mise in marcia verso Roma per affermare la propria dignità imperiale.
Otho, 69. Aureo. Da “Galba Collection”, asta Hess-Divo 333 (30 novembre 2017), n. 154
Non appena la notizia arrivò a Roma, divenne chiaro che Galba doveva nominare un successore. Essendo occupato nell’Urbe, aveva bisogno di un vice per affrontare Vitellius. Molti avevano grandi speranze, ma rimasero delusi. Galba non scelse infatti uno dei suoi sostenitori ma un membro di una vecchia famiglia repubblicana, Lucius Calpurnius Piso Frugi Licinianus.
Marcus Salvius Otho – uno dei “delusi” – raccolse così tutti coloro che iniziavano ad opporsi a Galba e al suo modo di governare. Appoggiato anche dai preetoriani, e dalla flotta, Otho prese Galba di sorpresa. Il vecchio imperatore non si sottrasse allo scontro, arrivando al Foro su una lettiga dove, tuttavia, sia lui che i suoi fedelissimi vennero sopraffatti. Ad Otho, effimero vincitore, non andò molto meglio, dato che riuscì a governare solo per tre mesi. Fu ucciso nella lotta contro Vitellius, il 20 o il 21 dicembre dell’anno 69, quando le truppe di Vespasiano conquistarono Roma. Questo mise fine all’avventuroso anno 69 d.C., passato alla storia romana come “l’anno dei quattro imperatori”.
Le monete con cui abbiamo narrato quest’affascinante pagina di storia saranno messe all’asta il prossimo 30 novembre a Zurigo dalla casa Hess-Divo, nell’incanto n. 333 che porta, ovviamente, il titolo di “Galba Collection”.