Eccellente è la sezione veneziana, della quale merita citare il quattrocentesco ducato del doge Nicolò Tron (n. 1393, Spl, 8000 euro), dal disegno estremamente raffinato, e il multiplo da 10 zecchini di Francesco Molin (n. 1404, qSpl, 15.000 euro) di particolare rarità. Rimanendo in età rinascimentale, originale è la piccola collezione di monete in rame con ritratto di varie zecche italiane dove troviamo ancora Nicolò Tron sul bagattino veneziano del n. 1459 (Bb+, 200 euro), Giovanni Sforza sul soldo pesarese dalla fine incisione (n. 1448, Spl, 250 euro), e Guid’Ubaldo I di Montefeltro su alcuni quattrini per Casteldurante e Fossombrone (nn. 1451-1458) nonché monetine di bella qualità per Mantova, Ferrara, Reggio Emilia e Camerino.
Un eccellente testone sabaudo coniato dalla zecca di VercelliLa sezione di monete e medaglie papali conta 194 lotti che vanno da Gregorio IV a Giovanni Paolo II. Meritano una citazione due scudi d’oro, uno di Urbano VIII del 1642 (n. 1506, qFdc/Fdc, 10.000 euro), in conservazione eccezionale, il miglior esemplare conosciuto per la dettagliata incisione nella figura del san Michele al R/, l’altro di Alessandro III (n. 1517, Fdc, 5000 euro) che mostra anch’esso la grande abilità della mano dell’incisore, specie nella resa dei ritratti sul R/.
Tra le tante monete dei Savoia, le 5 doppiette del 1773 e la rarissima 50 lire del 1864L’ampia sezione dedicata ai Savoia si apre con due pezzi di estrema rarità: il testone per Vercelli (n. 1659, qSpl/Spl, 50.000 euro), esemplare, questo, pubblicato per la prima volta nel 1896 da Nicolò Papadopoli nella “Rivista Italiana di Numismatica”, comparso in seguito in altre pubblicazioni sull’argomento e da tutti magnificato per la sua rarità e qualità; inoltre la quadrupla del 1642 di Carlo Emanuele II coniata durante la reggenza della madre Cristina di Francia (n. 1661, Spl/qFdc, 50.000 euro) battuta, come tutte le monete di questo periodo, a martello, secondo gli antichi sistemi della zecca di Torino. La monetazione per la Sardegna di Vittorio Amedeo III ha, tra i suoi esemplari più belli, il carlino da 5 doppiette del 1773 (n. 1672, qFdc, 100.000 euro), che porta al D/ uno splendido ritratto del sovrano. La sezione si completa con la monetazione per il Regno d’Italia dove spiccano due esemplari di Vittorio Emanuele II: un 100 lire del 1878 (n. 1864, Fdc, 75.000 euro), di cui furono coniati soltanto 294 pezzi, qui presentato in conservazione eccezionale, e un 50 lire 1864 Torino (n. 1866, Spl+, 250.000 euro), dalla tiratura di 103 esemplari, tipologia di moneta che ha recentemente realizzato quotazioni record.