(a cura della redazione) | Si è arricchita del decimo e dell’undicesimo volume la collana di studi “Inventar der Fundmünzen der Schweiz” dedicata al censimento sistematico dei ritrovamenti monetali avvenuti in territorio svizzero. Inaugurata a Berna nel 1992 come iniziativa dell’Accademia Svizzera delle Scienze umane e sociali, l’importante collana a stampa si abbina ad un database digitale ed ha come scopo quello di raccogliere e rendere pubblici i dati sui ritrovamenti numismatici avvenuti nella Confederazione e nel vicino Liechtenstein. Questi i volumi finora editi: 1) AA. VV. “Scelta di ritrovamenti monetali. Ritrovamenti da chiese”, Lausanne 1993; 2) S. Doswald e P. Della Casa, “Kanton Zug”, Lausanne 1994; 3) M. Peter, “Augusta Raurica I: Augst 1949–1972”, Lausanne 1996: 4) M. Peter, “Augusta Raurica II: Kaiseraugst 1949–1972”, Lausanne 1996; 5) A. Cole e F. Wiblé, “Martigny (VS), le mithræum”, Lausanne 1999; 6) B. Zäch, “Kanton St. Gallen I: Mittelalterliche und neuzeitliche Münzfunde”, Bern 2001; 7) J. Diaz Tabernero, “Ein Hortfund der Zeit um 1843 aus Sursee (LU)”, Bern 2003; 8) J. Diaz Tabernero e D. Schmutz, “Goldgulden, Dicken, Batzen und Kreuzer: Der Fund von Neunkrich (SH), verborgen um 1500”, Bern 2005; 9) S. Doswald, “Kanton Zug II”, Bern 2009.
La copertina del volume dedicato al ripostiglio di Colle del Teodulo curato da José Diaz Tabernero e Luca Gianazza (source: “Inventar der Fundmünzen der Schweiz”)
Ai titoli appena elencati si sono aggiunti di recente “Cantone Ticino: ritrovamenti monetali da chiese” a firma di José Diaz Tabernero, Hans-Ulrich Geiger e Michael Matzke e “Il ripostiglio del ‘mercenario’ di Colle del Teodulo (VS)” curato dallo stesso José Diaz Tabernero con lo studioso italiano Luca Gianazza. Il primo dei due studi, in 416 pagine e 35 tavole, raccoglie tutti i ritrovamenti monetali del Cantone Ticino provenienti dagli scavi archeologici effettuati in 61 chiese; si contano in totale 1071 reperti numismatici, di cui 33 antichi e 978 medievali o moderni, oltre a 52 medaglie religiose e 8 ulteriori oggetti di vaia natura. Al fine di inquadrare al meglio il materiale studiato, la pubblicazione è dotata di testi introduttivi sia sui contesti archeologici che sui riferimenti numismatici rilevanti ed è riccamente illustrata con immagini, in parte a colori.
Faceva forse parte dei risparmi di uno sfortunato soldato questo ducatone milanese rinvenuto in Svizzera (source: “Inventar der Fundmünzen der Schweiz”)
Il caso della chiesa parrocchiale di Airolo, in particolare, appare eccezionale, in quanto ha restituito ben 356 reperti numismatici, ossia un terzo del totale dei ritrovamenti. Sempre in questo edificio si segnalano 7 monete pertinenti ad una fusione di campana mentre altri 131 esemplari sembrano comporre una deposizione votiva in un cofanetto nella cripta. Il Basso Medioevo è particolarmente ben rappresentato: la maggior parte delle monete arriva dall’Italia settentrionale, soprattutto da Milano e testimonia che l’intera regione dell’attuale Cantone Ticino apparteneva all’area lombarda sul piano economico e monetale; questa situazione continuerà pure dopo la conquista (1403–1515) dei tre cantoni primitivi e perdurerà fino al XVIII secolo.
Spiccioli e contraffazioni di zecche italiane ritrovati a seguito dello scioglimento di un ghiacciaio (source: “Inventar der Fundmünzen der Schweiz”)Nella pubblicazione dedicata al “ripostiglio del ‘mercenario’ di Colle del Teodulo”, invece, in 116 pagine corredate da 7 tavole, è ricostruita la storia di un insieme molto particolare. Nel 1984 furono infatti scoperti da privati presso il Colle del Teodulo, a circa tremila metri di quota, i resti di un cadavere umano che era rimasto rinchiuso nel ghiacciaio. Fino all’inizio degli anni ‘90 del XX secolo vennero raccolti ossa umane, armi, monete, resti di mulo, gioielli in argento e svariati pezzi di vetro, legno, tessuto, metallo e cuoio venuti alla luce a seguito dello scioglimento dei ghiacci nella parte superiore del ghiacciaio del Teodulo. La localizzazione in uno spazio ristretto e una datazione dei materiali omogenea consentirono di porre in relazione il nucleo principale di questi oggetti con un singolo evento sfortunato, che ebbe come teatro il ghiacciaio a cavallo dei secoli XVI e XVII, come dimostrano le 184 monete di una borsa, la maggior parte delle quali data alla seconda metà XVI secolo. Le armi scoperte vicino al corpo suggeriscono che lo sfortunato viaggiatore fosse un soldato o un mercenario.
Nove esemplari d’argento sono di grande modulo (ducatoni), coniati quasi tutti a Milano. Le altre monete sono nominali a basso tenore di argento prodotti in zecche dell’area piemontese-savoiarda. Nel ritrovamento si osserva anche una rilevante presenza di contraffazioni di tipi milanesi e di Savoia. Altre monete provenienti dal nord delle Alpi non costituiscono che una piccola parte del ritrovamento. Per maggiori informazioni sui volumi e sulle attività dell’“Inventar der Fundmünzen der Schweiz” visita il sito a questo indirizzo.