(sponsored by BMP) La settimana di contrattazioni sul mercato aureo a cavallo tra i mesi di gennaio e febbraio si è svolta all’insegna della debolezza e, dopo una prima seduta praticamente senza variazioni di fixing, le quattro giornate da martedì a venerdì hanno visto il metallo prezioso cedere progressivamente terreno sia per quanto riguarda la quotazione in euro che quelle in sterline in dollari USA.
Sintesi della settimana. È di oltre un punto percentuale e mezzo (-1,53 per cento) la contrazione del prezzo del metallo prezioso in euro nel periodo. Da un’apertura a 34,97 euro/grammo, l’oro è scivolato a fine settimana a 34,44 euro/grammo. Particolarmente pesanti le sedute di martedì e di venerdì, intervallate da due giornate interlocutorie in cui l’oro si è mantenuto attorno a quota 34,70-34,75 euro al grammo.
Sintesi del mese. Lievemente peggiore il risultato mobile sugli ultimi trenta giorni: fra il 2 gennaio e il 2 febbraio, infatti, il prezzo in euro dell’oro si è ridimensionato dell’1,73 per cento (-0,61 euro/grammo) dopo essere partito da quota 35,05 euro/grammo ed aver toccato, al fixing dell’8 gennaio, il massimo di periodo a quota 35,47 euro/grammo.
Sintesi dell’anno. Pesante, oltre i cinque punti percentuali (-5,17 per cento, per la precisione, pari a -1,88 euro/grammo) la performance dell’oro nell’arco degli ultimi 365 giorni. Dall’inizio dello scorso mese di luglio, infatti, come evidenziato dal grafico il metallo prezioso veleggia su una quota di supporto tra il 1.065 e i 1.085 euro l’oncia senza essere riuscito – se non per brevi periodi legati a tensioni geopolitiche come quelle riguardanti la Korea del Nord – ad innescare fasi di crescita più marcate. Il risultato dall’inizio del 2018, infine, è lo stesso già evidenziato nella sintesi mensile, ossia una contrazione di prezzo pari al -1,73 per cento.