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“INTRODUZIONE ALLA NUMISMATICA SALERNITANA”

(di Antonio Castellani) | Fa piacere, sempre e comunque, poter segnalare tra le novità del panorama editoriale specializzato opere numismatiche frutto della ricerca appassionata di giovani studiosi, cultori della materia nel senso più genuino del termine, come è il caso di Raffaele Iula e del suo volume – “Introduzione alla numismatica salernitana” – edito dall’Associazione culturale “Italia numismatica” nella collana “Nummus et Historia” di cui rappresenta – e anche questo è un traguardo da sottolineare – il trentesimo titolo.

In 112 pagine ricche di illustrazioni, Raffaele Iula affronta una zecca e un contesto storico-economico di notevole interesse, quello di Salerno, a proposito del quale, con opportuna scelta di metodo, l’autore propone innanzi tutto un inquadramento della bibliografia esistente, ad iniziare dalle scarne citazioni fatte dal Vergara nel 1715 fino alle più recenti pubblicazioni di Grierson, della Travaini e del Bellizia che, in contesti diversi, si sono occupati dell’officina monetaria e delle coniazioni della città campana.

La copertina del volume sulla monetazione e la zecca di Salerno (source: archive)


Seguono, stante la particolarità di molte delle monete oggetto del saggio, alcune interessanti “Note tecniche circa la coniazione delle monete medievali a Salerno” seguite da altrettanto piacevoli digressioni sugli aspetti artistici della numismatica cittadina, dall’età longobarda ai follari di Ruggero Borsa fino alle coniazioni del XII secolo. Emissioni che Iula raccoglie anche per soggetti iconografici affini – dagli animali selvatici a quelli con significato cristologico, dalle creature mitologiche ai leoni -, il tutto corredato di efficaci ingrandimenti a colori di esemplari interessanti o, dove non disponibili, di immagini in bianco e nero provenienti da pubblicazioni “storiche”.

Corposo ed articolato appare, in particolare, il quarto capitolo – “Tipologie monetarie nella Salerno longobarda e normanna. Percorsi di sviluppo numismatico” – dal quale emerge l’identità stessa della monetazione salernitana, spesso in relazione con specie straniere (ad esempio le bizantine e le arabe) in quel complesso contesto che è stato il Meridione d’Italia nel Medioevo. Una puntuale sezione di bibliografia sull’argomento chiude il volume.