(di Roberto Ganganelli) | Lucca, è ben noto, è stata una delle officine monetarie più importanti nel panorama italiano avendo coniato con continuità dall’epoca longobarda fino al XIX secolo. L’Archivio di Stato di Lucca conserva tuttora, caso raro in Italia, una cospicua collezione di conii e punzoni della zecca locale, per un totale di 258 manufatti che datano dal XVI fino al XVIII secolo: si tratta, nello specifico, di 99 punzoni, di 156 conii (dei quali 95 per il bilanciere e 62 per la trafila), di 2 contromarche e di un utensile non meglio identificato.
È evidente che lo studio sistematico di un così cospicuo insieme di materiali – in passato indagati solo superficialmente dallo studioso Luciano Lenzi – possa gettare nuova luce sulla gestione della zecca di Lucca e sulla sua produzione. Uno studio che è stato compiuto da Franca Maria Vanni, ricercatrice specializzata nella monetazione toscana, e che ha portato a fine 2015 alla pubblicazione di un ampio e dettagliato catalogo. L’autrice, oltre a schedare puntualmente i materiali, ha indagato anche le carte dell’Archivio di Stato alla ricerca di ciò che potesse fornire maggiori informazioni proprio sull’origine e sull’utilizzo dei conii e dei punzoni, sia quelli superstiti che quelli dispersi nel tempo.
Il volume “Crear monete. Conii e punzoni dell’Archivio di Stato di Lucca” rappresenta dunque un nuovo, importante contributo alla conoscenza della zecca lucchese, anche perché il processo artistico, e industriale al tempo stesso, di fabbricazione dei punzoni e dei conii è sempre stato un passaggio di fondamentale importanza nella produzione della moneta.
La meccanizzazione della zecca di Lucca inizia nel 1667 quando il Consiglio Grande della Repubblica deliberò che si cercassero contatti per l’acquisto delle attrezzature necessarie per abbandonare la produzione manuale delle monete, come già da tempo era avvenuto nella vicina Firenze e come ormai stava avvenendo in quasi tutte le principale zecche della Penisola. In quell’occasione fu iniziata anche a Lucca la battitura del luigino destinato ad essere esportato in Levante.
Il libro presenta e approfondisce anche la storia degli incisori lucchesi, fin dai primi di cui si conosce il nome e risalendo fino al XIV secolo. Tra tutti questi incisori un posto di rilievo merita sicuramente Giovan Battista Tonelli che, considerato il suo talento, a spese della Repubblica, nel 1755 fu inviato a Roma per far pratica in quella zecca. Il catalogo vero e proprio è strutturato secondo un ordine cronologico del materiale raggruppando, ove possibile, i punzoni e i relativi conii. Completano il volume, di 157 pagine, un’appendice dove sono stati trascritti documenti d’epoca riguardo conii e punzoni. L’edizione, a cura dell’Archivio di Stato di Lucca, è stata resa possibile dal contributo della locale Banca del Monte.