(di Mathias Paoletti) | E fu il Rinascimento… Quell’epoca irripetibile, la cui fiamma si accese in Italia ed illuminò tutta l’Europa, portando nelle corti e nelle città opere d’arte di livello assoluto, nate da una riscoperta dell’antichità classica e dei suoi splendori. Non solo nella scultura e nella pittura, ma anche in architettura, nelle arti decorative, nell’editoria e nelle discipline artistiche talvolta classificate come “minori”.
Minori, tuttavia, non furono mai considerate né la numismatica né la neonata medaglistica, una forma d’arte che, dal XV secolo, di diffuse dalla Penisola nel resto del continente rendendo i tondelli metallici e le placchette degli oggetti prestigiosi ed ambiti, esempi di stile e virtuosismo, veri e propri capolavori d’arte moltiplicata che – viaggiando di mano in mano – raccontavano l’attualità e la storia, esaltavano il potere e gli eventi più significativi, facevano memoria di uomini e fatti.
Da questa idea nasce l’esposizione “Faked Antiquity? The Paduans and the Fascination with Antiquity” che è aperta al pubblico fino al prossimo 8 maggio presso la Barfüsserkirche, sede del Museo delle Antichità di Basilea, in Svizzera e che ripercorre la stagione di esaltazione dell’antichità classica da un punto di vista quanto mai affascinante: quello delle “false” monete romane riprodotte da artisti come Giovanni da Cavino e Alessandro Cesati ad uso dell’aristocrazia del XV-XVI secolo.
L’antichità come esempio di perfezione vede numerosi artisti del bulino coniare perfette ricostruzioni, ad esempio, di sesterzi che non nascono certo per ingannare qualche collezionista numismatico, quando per far rivivere – perfezionandola addirittura, grazie alla tecnica e al gusto – la meraviglia delle antiche coniazioni imperiali. Di queste, l’Historisches Museum di Basilea possiede una ricca raccolta dalle nobili origini che comprende, oltre a quelle degli artisti già citati, opere di Valerio Belli e di Nicolò Cavallerino messe assieme da Ludovic Demoulin de Rochefort (1515-1582) e da Basilio Amerbach (1533-1591).
Un’ampia selezione di questa raccolta è oggi visibile al pubblico degli appassionati nella mostra “Faked Antiquity? The Paduans and the Fascination with Antiquity” curata dal noto studioso Michael Matzke. La Barfüsserkirche, sede dell’esposizione, si trova in Barfüsserplatz, Steinenberg 4, a Basilea; la mostra è aperta dalle 10.00 alle 17.00 dal martedì alla domenica. Unica chiusura prevista, in occasione del carnevale di Basilea, dal 15 al 17 febbraio.