(a cura della redazione) | Si era introdotto nella zona archeologica dell’antica città di Cales (presso Calvi Risorta, in provincia di Caserta) per trafugare oggetti di valore storico-artistico e reperti archeologici, ma è stato intercettato dalle forze dell’ordine. Così un quarantenne di Sparanise è stato denunciato alla Procura della Repubblica per furto ai danni dello Stato. L’uomo, nei primi giorni di agosto, è stato individuato dai carabinieri mentre si allontanava velocemente dalla zona archeologica. L’atteggiamento del quarantenne ha fatto insospettire i militari che hanno sottoposto a perquisizione la vettura. In possesso dell’uomo sono state così rinvenute una cinquantina di monete del II secolo a.C. scavate nella zona archeologica di Cales ed alcune statuette dello stesso periodo. Tutta la refurtiva è stata in seguito restituita alla competente Sovrintendenza ai Beni Archeologici.
Bronzo della zecca di Cales risalente al 265-240 a.C. (mm 19,5, g 5,53) (source: Naville Numismatics Live Acution 2, 2013, lot 1)Cales, in Campania, fu il più importante centro urbano dell’antica popolazione italica degli Ausoni, collocato sul percorso della Via Latina, a metà strada tra le montagne del Sannio e la pianura. La città battè moneta nel periodo compreso tra il 268 a.C. e la II Guerra Punica. Le monete di Cales sono inserite tra quelle emesse dalle colonie e dagli alleati di Roma nella Campania antica. Dopo la II Guerra Punica, Cales, come la maggior parte dei centri dell’Italia oramai assoggettata al potere di Roma, non coniò più monete proprie per utilizzare, piuttosto la monetazione romana incentrata sul denario d’argento.