A rischio, in particolare, risultarono le banconote da 500 e 1000 lire “Italia Turrita” realizzate su bozzetti di Giovanni Pietrucci che, per soggetto, completavano la serie formata dai biglietti di valore inferiore, da 50 e 100 lire. Le tipologie risalivano, per concezione e per prime decretazioni, al tardo 1944 e, tra di esse, il taglio da 100 lire è quello che prenderemo in esame in questo articolo. I decreti ministeriali che fissano le caratteristiche di questa banconota sono datati 22 settembre e 10 novembre 1944, quelli di emissione risalgono invece al 23 settembre 1944 (emissione annullata), al 10 dicembre dello stesso anno e al 20 aprile 1946.
Stampato in litografia a due colori (rosso e celeste) su carta satinata bianca, nel formato di mm 145 x 59, il biglietto da 100 lire venne prodotto da tre stabilimenti: Istituto Poligrafico di Stato, Officina Carte Valori di Roma, decreto 10.12.1944 con firme Introna (commissario) – Urbini (cassiere), numerazione da A1-000.001 a A125-100.000 per un totale di 300 milioni di pezzi; De Agostini Novara, stesso decreto e stesse firme, numerazione da A126-000.001 a Z250-100.000 per 203,9 milioni di pezzi; Staderini Roma, stesso decreto e stesse firma, numerazione da I209-000.001 a Z249-100.000 per un totale di 96,1 milioni di pezzi. A questi contingenti, si aggiungono le tre serie sostitutive prodotte con decreto ministeriale del 22 maggio 1948 rispettivamente, dai tre stabilimenti suddetti, con numerazioni da W1-000.001 a W118-100.000 (11,8 milioni di pezzi), da W201-000.001 a W316-100.000 (11,6 milioni di pezzi) e da W141-000.001 a W180-100.000 (4 milioni di pezzi).
Il piccolo mistero – o meglio, la particolare scoperta – al centro di queste pagine è collegato proprio alla prevista emissione contrassegnata dal decreto del 20 aprile 1946 e prevista, in 200 milioni di esemplari, con le firme del governatore Einaudi e del cassiere Urbini. Secondo tutti i testi consultati, infatti, il “caso Staderini” provocò due conseguenze fondamentali e, la prima, fu quella di costringere la Banca d’Italia ad annullare le emissioni da 500 e 1000 lire, distruggere i contingenti prodotti e posticipare l’ingresso in circolazione le 50 e 100 lire tipo “Italia turrita” all’estate del 1949. Il secondo effetto della misteriosa vicenda, invece, fu quello di far annullare, fra le altre, proprio la stampa di ulteriori 200 milioni di biglietti da 100 lire previsti dal decreto del 20 aprile 1946.