(di Roberto Ganganelli) | Mi ha fatto piacere leggere, pochi giorni fa, la lettera aperta di auguri per l’80° compleanno che Ursula Kampmann, nota giornalista tedesca direttrice di “CoinsWeekly” e cara amica, ha scritto ad Albert Beck, fondatore della rivista “MünzenRevue”, patron prima fiera numismatica internazionale di Basilea e tuttora presidente onorario della stessa manifestazione che, come World Money Fair, si svolge ogni anno a Berlino. Ottant’anni portati benissimo – ve lo confermo per aver avuto, anche quest’anno, il piacere passare del tempo con lui durante la grande convention di inizio febbraio – e una vita in cui si condensano l’evoluzione recente e la globalizzazione della numismatica, nel senso migliore del termine.
Una carriera da insegnante alle spalle, Albert Beck si dedica a tempo pieno alla numismatica dalla fine degli anni Sessanta e nel 1972 fonda la Internationale Münzenbörse Basel, l’embrione della manifestazione fieristica da cui sarebbe nata la World Money Fair (con questo nome dal 1999). Da sempre legato all’Italia, dove si reca sia per lavoro che per vacanze, proprio al convegno numismatico di Roma – quando a Roma esisteva ancora un convegno numismatico di ampio respiro, bei tempi! – Beck presenta nel 1971 la sua creatura editoriale, quella “MünzenRevue” cui si è già fatto cenno e che rappresenterà sia il prototipo per tante successive, importanti riviste numismatiche dell’area tedesca sia il supporto informativo e formativo per ben tre generazioni di collezionisti ed appassionati. Instancabile organizzatore, Albert Beck come esperto e collezionista di monete olimpiche dal 1994 è consulente del CIO per le emissioni numismatiche legate sia ai Giochi estivi che a quelli invernali; eccellente conoscitore e raccoglitore di monete elvetiche, mettendo all’asta nel 2009 la propria raccolta presso la ditta svizzera UBS ha realizzato i sogni di centinaia di altri collezionisti.
Personalmente, ho avuto la fortuna di incontrare per la prima volta Beck a Vicenza Numismatica – altro ricordo dolceamaro, per una bella manifestazione che tanto ha dato e che purtroppo non c’è più – nel lontano 1998 e, allora come oggi, mi colpiscono ogni volta la semplicità e la chiarezza della filosofia che ha ispirato il suo lavoro nel mondo numismatico: far sì, cioè, che le monete – antiche o moderne, non fa differenza – possano costruire dei ponti fra persone diverse e provenienti da tutto il mondo, tra il passato ed il presente, tra collezionisti appassionati ed accademici altrettanto appassionati.
Nel suo stile, quando tramite “Cronaca Numismatica” gli proponemmo, nel 2006, una nostra partecipazione alla World Money Fair ci accolse a braccia aperte, offrendoci uno stand gratuito all’ingresso della fiera e permettendoci di distribuire – tra il 2007 e il 2010 – migliaia di riviste gratuite in inglese e in tedesco che portarono il meglio della numismatica italiana – le zecche, i medaglieri pubblici, le grandi rarità della nostra monetazione al pari dell’attualità del commercio e del collezionismo – sotto gli occhi di tutto il mondo. Era, anche per l’Italia, la conferma della bontà della visione “utopistica” di Beck di “una grande famiglia della numismatica”; un’utopia divenuta una grande realtà a livello planetario e che, anno dopo anno, cresce e si evolve generando business – certamente – ma anche appagamento personale, piacere e cultura per milioni di persone nel mondo.
Una visione aperta, collaborativa e moderna dalla quale abbiamo tanto da imparare perché, a dispetto delle ottanta candeline appena spente sulla torta di compleanno, Albert Beck è rimasto straordinariamente giovane, tuttora ben più innovatore parte delle “nuove generazioni” (almeno, a livello anagrafico) della numismatica. E allora… Cento di questi giorni, Albert!