(di Francesco Cavaliere) | Nella monetazione del Regno d’Italia, i tagli in rame da 1, 2, 5 e 10 centesimi furono caratterizzati – sotto Vittorio Emanuele II e Umberto I – da un’impostazione tipicamente ottocentesca: ritratto e nome del sovrano al dritto, valore e data entro rami al rovescio. Un modello seguito anche da Vittorio Emanuele III, il “re numismatico”, nei primissimi anni del suo regno con i centesimi del 1902-1905 (e in parte del 1908), i 2 centesimi del 1903 e del 1905-1907 (e in parte del 1908) e i rarissimi 5 centesimi del 1904, di fatto mai entrati in circolazione. Il 1908 rappresenta una data importante, dunque, essendo l’anno di passaggio alla prima serie originale a nome di Vittorio Emanuele III che, caratterizzata da nuovi soggetti e da un alto livello tecnico-artistico, si impose all’Italia e al mondo per la sua bellezza.
Nacque così il tipo dell’Italia su prora che caratterizza gli spiccioli in rame 950/.. realizzati dalla Regia Zecca di Roma su modelli di Pietro Canonica e conii incisi da Luigi Giorgi. Il 1908 rappresenta una sorta di “data magica” per queste tipologie dal momento che sia il centesimo, sia i 2 che i 5 centesimi sono rari o molto rari, mentre il 10 centesimi – rimasto allo stato di prova e di campione – scala ulteriori gradi di rarità ed è quasi introvabile. Per quanto riguarda il centesimo del 1908, coniato complessivamente – e poi spiegheremo il perché di questa precisazione – in appena 56.880 esemplari e indicato genericamente. nei testi di settore. come molto raro, un giorno come tanti mi si presentava in negozio un signore con un esemplare da farmi analizzare.
A primo impatto notavo subito che la cifra 8 della data era troppo piccola per come la ricordavo. Il caso voleva che avessi nel mio stock un altro esemplare, riportante l’8 più grande. Scongiurando, dopo una doverosa e approfondita analisi, la possibilità che potesse trattarsi di un falso, deducevo che il centesimo 1908 variante “8 grande” fosse associabile ad un “primo conio”, poiché l’ultima cifra rispetta perfettamente le proporzioni con il resto della data. Al termine della sua naturale durata, o per causa di un danneggiamento, il conio in questione fu sostituito con uno simile, come accade per tutte le monete; il “secondo conio”, però, presenta l’8 della data più piccolo, probabilmente una piccola svista (ritenuta a fatto compiuto di poco conto) sulle proporzioni o forse per il fatto di essere stato ottenuto da un punzone “generico” con data parziale 190[ ] destinato ad essere usato per più anni come matrice, con l’aggiunta dell’8 e poi del 9.
Da successive, sistematiche ricerche condotte sia in collezioni private che sul mercato e in rete, si è potuto stimare che il centesimo Italia su prora 1908 variante “8 grande” (o “primo conio”) appare molto più raramente rispetto a quello con “8 piccolo” (o “secondo conio”). La proporzione sulla reperibilità del centesimo Italia su prora “8 grande” è di circa una volta ogni 10 rispetto a quello con “8 piccolo” che è quindi reperibile, per quanto già di suo molto raro, con frequenza decisamente maggiore. Al termine del mio studio sono giunto dunque alla conclusione che se il centesimo “8 piccolo” è valutabile R2, di conseguenza il centesimo “8 grande” o “primo conio” deve essere ritenuto almeno R3. Una distinzione che si è ritenuto utile rendere nota a tutti i collezionisti e gli appassionati di monete del Regno d’Italia.
Nella speranza che questa nuova scoperta contribuisca a generare curiosità, entusiasmo e nuovo spirito di ricerca tra i collezionisti, auguro buona numismatica a tutti i lettori.