(a cura della redazione) | Dopo il Corpo Militare della Croce Rossa, il cui secolo e mezzo di attività è stato celebrato lo scorso anno con la prima moneta italiana “a colori” (leggi qui), quest’anno ricorrono i due secoli dalla promulgazione delle Regie Patenti Sarde con cui re Vittorio Emanuele I, il 18 marzo 1817, istituì il Corpo degli Agenti di Custodia, che nel 1990 ha preso il nome di Polizia Penitenziaria. Un’istituzione che ha attraversato la storia d’Italia ed è stato parte fondamentale del sistema dell’esecuzione penale, garantendo ai reclusi una speranza e alla società tutta legalità e sicurezza. “Sul cammino aperto due secoli or sono – sottolinea l’IPZS nella scheda che accompagna i 5 euro in argento appena presentati – la Polizia Penitenziaria svolge compiti specialistici, all’interno degli istituti penitenziari e nei servizi esterni, che ne definiscono l’identità, la missione e l’unicità fra le istituzioni della Repubblica”.
Il dritto della moneta riporta lo stemma del Corpo di Polizia Penitenziaria, con il motto latino DESPONDERE SPEM MVNVS NOSTRVM (“Garantire la speranza è il nostro compito”) nel cartiglio in basso e, nel giro, REPUBBLICA ITALIANA. Al rovescio il busto di tre quarti a destra, il capo a sinistra, di agente del Corpo di Polizia Penitenziaria in uniforme; nel campo di sinistra la data 2017; nel campo di destra, il valore 5 EURO e il segno di zecca R. Alla base della figura, il nome dell’autore dei modelli V. DE SETA (Valerio De Seta); nel giro, la scritta POLIZIA PENITENZIARIA. Una moneta molto “istituzionale” che, coniata in ottomila pezzi in argento 835 millesimi a finitura fior di conio (mm 32 per g 18, bordo godronato spesso) è in distribuzione dal 13 marzo ed è acquistabile al prezzo alla fonte di 40,00 euro nel catalogo online della Zecca a questo indirizzo.