(di Umberto Moruzzi) | Come spiegato nella prima parte di questo approfondimento, i Turcomanni, o Turkmeni sono popolazioni di origine e lingua turcica e costituiscono una comunità transnazionale, che si estende dal Mediterraneo ai deserti mongoli. In origine nomadi, si spostarono dall’Asia Centrale verso il Medio Oriente, il Caucaso e l’Europa Orientale, soprattutto nei secoli VIII-IX. Tradizionalmente mercanti, si erano distribuiti per tutta la cosiddetta “Via della seta”. Nella quasi totalità fecero proprie diverse interpretazioni dell’Islam, sviluppando però culture e tradizioni distinte. Nella monetazione turcomanna ritroviamo anche vari esempi di tipi di imitazione greco-romana. Passiamone in rassegna alcuni tra i più interessanti.L’imitazione seleucide con allusione astrologica | E’ concorde tra gli studiosi numismatici l’identificazione del dritto di questa moneta con il ritratto del re seleucide Antioco VII. La scelta di questo specifico ritratto non è spiegabile da un punto di vista storico o artistico; va dunque ricercato un parallelo con le altre serie per rivelarci le intenzioni dell’artista. Anche le monete artucidi di Hisn usano il prototipo seleucide con una connotazione astrologica, ad oggi però sconosciuta. Certo è, come gà suggerito dal Dr. Lutz Ilisch, che questi ritratti di tipo ellenistico sulle emissioni turcomanne siano stati scelti per le importanti relazioni dei personaggi storici con i luoghi governati dai principi turcomanni.Il tipo costantiniano, una prova di grande flessibilità | Il tipo è stato identificato come quello ripreso da una moneta di Costantino I, il grande (cfr. W, F. Spengler, W. G. Sayles, “Turkoman Figural Bronze Coins and their iconography”, Lodi, Wisconsin 1992, vol. 1 e Lane Poole S., “The coins of the Turkman houses of Seljook, Urtuk, Zengee, etc. in the British Museum”, London 1878); non è stata utilizzata come base una moneta qualsiasi del primo imperatore cristiano, ma una con significato specifico.
Marciando verso Roma nel 312, con l’intenzione di sconfiggere il rivale co-imperatore Massenzio, Costantino radunò le sue forze a Ponte Milvio e si preparò per la battaglia finale. Lì ebbe un segno dal cielo che gli comunicò che avrebbe vinto sotto l’insegna della cristianità. Adottando il cristogramma sui suoi stendardi, sconfisse Massenzio e consolidò il suo ruolo su tutto l’impero. Il ritrarre su una moneta turcomanna un Costantino con lo sguardo rivolto verso il cielo potrebbe non avere nessun significato per chi non ha letto lo storico Eusebio o che non conosca le monete antiche.
Al contrario, per la “intelligentia” della regione che era erudita negli studi classici, questa emissione, con tale immagine, deve essere stato un colpo magnifico. L’artista che ne ha preparato i conii e l’autorità che l’ha emessa hanno dato una grande prova di flessibilità nella creazione delle immagini. I motivi che hanno ispirato il tipo costantiniano, probabilmente, sono gli stessi che hanno motivato questa emissione.Il segno zodiacale dei Gemelli e della Vergine | Alcuni autori hanno riconosciuto i ritratti del dritto di questa moneta come una copia di monete degli imperatori romani ispirati da ritratti seleucidi. L’interpretazione di questa immagine va invece ricercata nella propensione consolidata degli incisori di conii turcomanni nell’impiegare motivi astrologici nella loro monetazione.
Anche in questo caso si sono riconosciuti due ritratti indicanti i Gemelli, Castore e Polluce. Probabilmente l’anno di coniazione di questa moneta, il 1154 (il 549 anno dell’Egira), aveva i Gemelli in ascendente. Il rovescio di questa moneta è senza dubbio ripreso dal tipo bizantino usato da Romano III, Costantino X ed altri che ritrae l’imperatore coronato dalla Vergine Maria (cfr. Hennequin G., “Catalogue des monnaies musulmanes de la Bibliothèque Nationale”, Paris 1985). Nel prototipo bizantino l’imperatore tiene nella sua mano sinistra il globo crucifero.
Nella copia turcomanna il globo non reca la croce ma alcuni punti. Questi puntini non sono certamente un riflesso della non perizia dell’autore ma sono in questo caso una deliberata omissione del simbolo cristiano. Nelle successive emissioni le immagini sulle monete cominciano ad essere molto “turche” o orientali come lo sono state per secoli sino ad oggi, abbandonando ogni diretto riferimento al mondo bizantino o cristiano ed all’uso delle immagini.
La domanda rimane sul perché la Vergine fu posta al rovescio di questa moneta. Se si decise di rimuovere la croce, perché raffigurare comunque la Vergine? Una possibile spiegazione viene anche in questo caso dall’astrologia, dove la costellazione dei Gemelli è collegata a quella della Vergine. Dunque sembra che, anche su questa moneta siano state rappresentate le due case di Mercurio, il pianeta interessato da entrambe. Questa notevole trasformazione della Vergine Maria nel segno della Vergine ci conferma l’adattamento alla propria cultura dei disegni delle antiche monete da parte dei Turcomanni, anche quando raffiguranti soggetti religiosi cristiani.Somiglianze con gli imperatori romani Giulio-Claudii | Gli studiosi sono concordi nell’affermare che questa testa è l’interpretazione dei ritratti tipici degli imperatori Giulio-Claudi. Pur predominando le allusioni astrologiche, anche i riferimenti storici rivestivano una notevole importanza. Non dobbiamo essere sorpresi dal parallelismo tra i ritratti romani e quelli turcomanni. Probabilmente l’incisore dei conii elaborò questi ritratti direttamente dalle monete degli imperatori romani, che furono studiate e conservate per questo scopo. Nel corso di questa emissione, troviamo costantemente piccoli ma importanti indizi che svelano la raffinatezza di questi artisti e ci fanno apprezzare più a fondo la complessità del loro lavoro.
La mancanza di un potere centrale forte, data dalla dissoluzione dell’impero bizantino in quei luoghi, potrebbe aver giustificato l’inserimento nelle coniazioni di riferimenti ad importanti autorità che governavano anche quei luoghi, prima di loro, secoli prima. Di qui, la scelta di raffigurare un membro della dinastia romana Giulio-Claudia, la prima ad aver retto e governato l’impero e quindi anche i luoghi in cui si stabilirono successivamente gli Ortocidi.L’angelo Gabriele con il Corano | In questo caso il trattamento del soggetto in questa moneta è molto simile al suo prototipo, che va ricercato in una moneta romana. La Nike-Vittoria, che i primi artisti cristiano-bizantini adattarono nel loro concetto di angelo, indossa un lungo abito reso dall’artista artucide con grande fedeltà.
Anche le caratteristiche della leggenda sono fedelmente riprodotte. Alcuni autori suggeriscono che il tipo fu probabilmente scelto a causa della sua rassomiglianza con l’angelo islamico e può essere interpretato come Gabriele che porta il Corano (cfr. W, F. Spengler, W. G. Sayles, “Turkoman Figural Bronze Coins and their iconography”, Lodi, Wisconsin 1992, vol. 1). Questa spiegazione è resa più plausibile dalla modifica dello scudo rotondo della moneta romana in una sorta di libro.L’Atena Pròmachos | L’interpretazione di questa figura come Atena (Pallade) è certa. L’immagine sulla moneta Zengide, coniata nel 601 dell’Egira, fu scelta in occasione di un evento di quell’anno che riguardava una statua della divinità. Nell’anno precedente, 1204, la quarta crociata aveva raggiunto Costantinopoli e la moneta sembra ricordare la statua di Fidia persa nella caduta della città (cfr. W, F. Spengler, W. G. Sayles, “Turkoman Figural Bronze Coins and their iconography”, Lodi, Wisconsin 1992, vol. 2). Come in moltissime immagini sulle coniazioni turcomanne, il tipo ha un prototipo numismatico. Un bronzo coloniale dell’imperatore Alessandro Severo in Cilicia riporta un simile ritratto di Atena Pròmachos, probabilmente ripresa dalla stessa statua di Fidia.
Conclusioni | Per concludere. e ribadire in poche parole il concetto di “ecumenicità” delle monete turcomanne, possiamo affermare che tale monetazione sembra confermare l’adattamento delle immagini prescelte alla propria cultura, pur trasformando notevolmente i disegni tratti da antichi conii. Consapevoli della necessità di costruire una facciata per governare la popolazione indigena, lo scopo principale della scelta tipologica monetale fu quello di dare una legittimità alla dinastia. Le monete antiche collezionate ed usate come fonte di immagini vennero spesso “stravolte” nel loro significato, combinandosi anche con l’iconografia contemporanea, il tutto finalizzato ad una visione all’interno di una sfera astrologica non tralasciando però i chiari riferimenti religiosi.