Le varianti sono numerosissime e alcune di queste non sono facilmente reperibili; ultimamente è stato messo in vendita da Künker (asta n. 178, settembre 2010, lotto n. 8728) un aspro, probabilmente unico, la cui rarità è dovuta al suo rovescio: al posto del “tamga” porta la croce patente e la leggenda non è araba ma latina.
I follari, più rari degli aspri, sono in rame pesano tra 1 e 2 grammi e hanno, come gli aspri, i simboli del castello e del “tamga” con e senza legende. Molto rari sono i follari che hanno al dritto il castello genovese e al rovescio il simbolo di san Giorgio che uccide il drago, per ricordare che Caffa, dopo il 1453, fu ceduta dal Comune di Genova al Banco di san Giorgio. Si presume che queste monetine in rame venissero usate per le piccole transazioni all’interno della colonia e del suo territorio.
Alcuni anni fa, a seguito di un imponente ritrovamento, si poté dichiarare con certezza che anche Caffa coniò, come altre colonie genovesi, ducati d’oro d’imitazione veneziana. Infatti, tra il 1989 ed il 1990 (e successivamente) apparve sul mercato numismatico, suddiviso in vari lotti, un ripostiglio contenente alcune migliaia di monete d’oro per la maggior parte ducati tipo veneto di contraffazione levantina. In questo ripostiglio vennero ritrovati, per la prima volta, tre esemplari del ducato tipo veneto di Caffa: uno fu pubblicato, ma non fu messo in vendita, in asta Finarte n. 786 nel 1991 (attribuito a Caffa); un secondo fu venduto ancora da Finarte nell’ottobre del 1991 (asta n. 801) e rivenduto da Lanz nel dicembre del 2014 (asta n. 159, attribuito a Caffa); il terzo venne esitato dal Classical Numismatic Group nel maggio 1995 (con F) e classificato “inedito ducato di Chio” (asta n. XXXIV, lotto n. 425).