(di Mathias Paoletti) | Sfogliando i quotidiani del 28 febbraio 1992 ci ha colpito un articolo, a firma di Michele Smargiassi, apparso su “Repubblica” con il titolo “San Marino seduce l’ONU”. Vi si legge: “[…] il ministro degli Esteri Gabriele Gatti non osa più alzare lo sguardo alla parete di fondo del suo ufficio, una stanza sobria, da assessore di provincia, al secondo piano del secentesco Palazzo Begni. Teme lo sguardo furibondo di Antonio Onofri, ottocentesco padre della piccola Repubblica arrampicata sul monte Titano. ‘Il suo motto’, sussurra, ‘era una specie di bandiera della neutralità appartata: noti a noi, ignoti a tutti. L’ abbiamo un po’ tradito. Ma i tempi sono cambiati’.
Per cambiare, quassù nel medioevo un po’ vero un po’ di cartapesta della Repubblica di San Marino, i tempi hanno aspettato sedici secoli. Ma ora è fatta. Lunedì prossimo, alle 11 di mattina davanti al Palazzo di vetro delle Nazioni Unite, un alzabandiera romperà l’ incantesimo ultramillenario. La più antica Repubblica del mondo rinuncia al suo splendido isolamento ed entra a pieno diritto nell’assemblea generale dell’ Onu. Lo stabilisce la risoluzione numero 774 del Consiglio di sicurezza, approvata addirittura per acclamazione il 24 febbraio”.
Negli stessi giorni il noto quotidiano “Herald Tribune” titolava sorridendo in prima pagina “Lo stato-francobollo conquista un seggio all’ Onu” e il “New York Times” ironizzava invece “Dopo 1600 anni, non era ora di ricongiungersi al mondo?”. Sta di fatto che dal 2 marzo del 1992 la Serenissima Repubblica di San Marino fa parte a pieno titolo dell’assemblea delle Nazioni Unite e da quel giorno – sembra passata un’eternità, se solo si pensa che allora esisteva ancora l’Unione Sovietica – la Repubblica del Titano ha dato il proprio contributo al più importante consesso mondiale, nel segno soprattutto di un ideale di pacifica convivenza e di rispetto tra le nazioni.
Un ruolo e una ricorrenza, quella del quarto di secolo di San Marino nelle Nazioni Unite, che l’Ufficio Filatelico Numismatico ricorda con un dittico di prestigiose monete in oro proof – nominali da 20 e 50 euro – realizzate da IPZS in soli 500 astucci e commercializzate alla fonte a 1060,00 euro. Opera del designer Andrew Lewis, le monete raffigurano sui rovesci, rispettivamente, una colomba composta con un ramo d’ulivo e le sagome delle Tre penne stilizzate (i 20 euro) ed una versione stilizzata delle Tre Torri cinta da due fronde che richiamano quelle del simbolo dell’ONU. Originale la scelta di comporre sui 50 euro le due date 1992 e 2017 – anno di ingresso di San Marino all’ONU e data di emissione della moneta – spezzate su due righe.
I dritti sono invece identici, nella forma ufficiale dell’emblema di Stato modellato da Antonella Napolione. Le due monete pesano 6,451 e 16,129 grammi di oro a 900 millesimi, hanno diametri rispettivi di 21 e 28 millimetri e bordo zigrinato.