(a cura della redazione) | Apprendiamo dalla sezione news del portale Bolaffi Metalli Preziosi che Jeff D. Opdyke, dalle colonne del portale “GoldEagle”, specializzato in news e analisi sull’investimento in oro e metalli, ha di recente proposto ai lettori una curiosa riflessione teorica, tra il semiserio e il “fantascientifico”, mettendo a confronto quello che è il valore di mercato al quale viene trattato quotidianamente l’oro, il metallo prezioso per eccellenza, con quelli che, invece, sono alcuni parametri “ombra” che lo vedono in collegamento alla realtà economica e finanziaria effettiva, sia negli Stati Uniti che a livello globale.
E’ in corso ormai da anni, in tutto il pianeta, il dibattito sulla sopravvivenza delle “fiat money”, ossia le valute fiduciarie, istituite e regolate come tali dai governi e non supportate – come in passato – da un quantitativo corrispondente e concreto in termini di metalli preziosi, oro in primo luogo. “Ai tempi in cui l’America si basava ancora, e completamente, sul Gold standard, ogni banconota della Federal Reserve (ossia, i dollari) era rimborsabile con un pari quantitativo di oro.
Secondo tale meccanismo – Prosegue Opdyke – abbiamo un modo molto semplice, ed intellettualmente onesto, di ipotizzare quello che “dovrebbe” essere il valore dell’oro oggi: basta dividere l’importo in dollari dei debiti della Federal Reserve (4,4 trilioni di dollari, più o meno) per le riserve auree ufficiali americane (pari a circa 287 milioni di once). Questa semplice equazione ci indica che il ‘prezzo ombra’ dell’oro sarebbe vicino, oggi, a 15.500 dollari l’oncia”.
Questo, tuttavia, è solo un modo ipotetico per valutare in maniera alternativa l’oro rispetto alle valute. Per esempio, sulla base della massa monetaria totale disponibile in America, il metallo prezioso avrebbe un prezzo vicino ai 10.800 dollari l’oncia; stando all’offerta di moneta globale, invece, il prezzo supererebbe i 38.000 dollari; infine, basandoci sul debito nazionale degli Stati Uniti – ossia, sull’idea che il governo potrebbe rivalutare l’oro in modo da poter usare il metallo prezioso per sradicare il debito e ripristinare l’economia – il valore salirebbe addirittura a 66.000 dollari l’oncia”.
“Non sto dicendo che l’oro – sottolinea Opdyke – potrà mai raggiungere qualsiasi di questi livelli. Quello che sto dicendo, però, è che l’oro è un bene fondamentalmente ‘mispriced’. Trattato da Wall Street e molti economisti come un asset anacronistico di investimento rispetto al mondo moderno, con un utilizzo concreto del tutto trascurabile, l’oro è tuttavia, per le sue caratteristiche di conservazione della ricchezza – da gioielli a monete e lingotti – senza pari per longevità storica”.
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