COLOMBIA, QUANDO LE MONETE
FINIRONO “IN QUARANTENA”

(di Roberto Ganganelli) | Il denaro, si sa, è stato per secoli e in molte civiltà considerato in modo ambivalente: da una parte utile e necessario strumento della vita quotidiana, dall’altra come qualcosa di moralmente riprovevole, specie se guadagnato come interesse di prestiti o di usura. Di denaro “sporco” si parla ancora, sia in senso figurato – quando monete e banconote sono frutto di attività illecite – sia in senso letterale, vista la carica batterica che il passaggio di mano in mano accumula su tondelli e biglietti di banca. Ci sono tuttavia stati nel corso della storia – e quello che ci accingiamo a narrare è un caso esemplare – momenti in cui il denaro è stato addirittura “messo in quarantena” a causa di epidemie e di emergenze sanitarie che hanno portato autorità e governi a limitare la circolazione in determinati ambiti e periodi “a rischio”. E’ quanto accadde in Colombia all’inizio del XX secolo quando, durante il governo del presidente Jose Manuel Marroquin (1900-1904), con Decreto n. 300 del 12 marzo 1901 il Tesoro venne autorizzato – a causa delle ricorrenti epidemie di lebbra – a coniare monete per la circolazione esclusiva in alcuni lazzaretti del paese, in tagli da 2 e ½, 5, 10, 20 e 50 centesimi di peso.

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Il raro taglio da 2 centavos e mezzo della prima serie destinata ai lazzaretti colombiani nel 1901 (source: archive9


Caratterizzati dal valore tra fronde d’alloro su una faccia, dalla croce di san Lazzaro e dalla esplicita legenda LAZARETO sull’altro, questi spiccioli destinati ai lebbrosi ricoverati (o meglio, internati) nelle strutture sanitarie rappresentano una delle emissioni più curiose del XX secolo e vennero realizzate in leghe di bronzo, per un controvalore totale che si aggira, secondo gli studi più recenti, in circa 20.000 pesos.

A seguito della riforma della moneta nazionale colombiana ordinato dal governo del presidente Rafael Reyes (1904-1909), che stabilì che un peso precedente dovesse essere ragguagliato ad un nuovo centesimo oro, con il Decreto n. 1452 del 30 novembre del 1907 si stabilì che dovesse essere effettuata anche una nuova emissione di monete LAZARETO, in modo da venir incontro alle esigenze di “cambio della moneta” dei molti lebbrosi detenuti.

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Spicciolo da 1 peso destinato a sostituire una banconota di pari valore confiscata all’ammalato al suo arrivo nel lebbrosario (source: archive)


Le monete vennero coniate in nickel, per un controvalore di 30.000 nuovi pesos oro e in tagli da 1, 5 e 10 pesos “papel moneda” e pari ad altrettanti centesimi oro. Il decreto vietava tassativamente la circolazione e la spendita al di fuori dei lebbrosari, ordinando la confisca delle banconote nazionali in possesso degli ammalati e la sostituzione con gli spiccioli a circolazione interna. Questa serie di monete fu coniata nel 1907 dalla zecca di Bogotá, con il metallo ottenuto fondendo vecchie monete nazionali in cupro-nickel del 1881, il 1886 e il 1888 che erano fuori corso dal 1906.

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50 centavos emessi nel 1921 destinato ai lazzaretti colombiani (source: archive)


La terza serie di monete per lebbrosi della Colombia venne emessa invece sotto la guida del presidente Marco Fidel Suarez (1918-1921), con il Decreto n. 2209 del 1918 che prevedeva l’emissione di monete da 1, 2 e 5 centesimi e con il n. 68 del gennaio 1919 per le monete da 10 e 50 centesimi. Si stabilì che le monete per i lazzaretti venissero realizzate in cupro-nickel e in piombo con gli stessi nominali in uso nel resto del paese, eliminando la sigla P.M. e modificando il nome PESO in CENTAVOS. Di questa serie venne battuto un contingente di ben 100.000 pesos di valore, a riprova sia della svalutazione del peso che del persistente problema della lebbra.

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L’ultima moneta LAZARETO della storia, i 50 centavos del 1928 (source: archive)


L’ultima emissione di monete speciali per i lazzaretti, questa volta battute in bronzo e solo nella denominazione da 50 centesimi, avvenne durante la presidenza di Miguel Abbazia Méndez (1926-1930), per un valore incerto compreso tra i 25.000 e i 50.000 pesos. Le monete riportano il valore da un lato e dall’altro la legenda REPÚBLICA DE COLOMBIA e LAZARETO con l’anno di emissione.

Coloro che si trovarono ad utilizzarle attribuirono a queste monetine il nome di “coscoja“, che significa “piccola cosa”. A distanza di oltre un secolo, debellata la lebbra e chiusi i lazzaretti, gli spiccioli destinati ai poveri ammalati hanno trovato “postuma gloria” con un monumento loro dedicato nella città di Contratación, piccolo centro del Dipartimento di Santander già sede, a suo tempo, di un ricovero per lebbrosi.