(a cura della redazione) | No, non stiamo parlando delle passerelle della “haute couture” parigina né di quelle milanesi, ma di monete commemorative fresche di uscita: a riprova, ecco ben tre emissioni che la zecca privata britannica Pobjoy Mint ha realizzato di recente e che, dedicate alla fauna marina (due per conto di South Gerogia & Sout Sandwich Islands e l’altra per le British Virgin Islands) impiegano leghe metalliche a base di titanio colorate a tonalità, per l’appunto, di azzurro e di blu, con risultati che ad alcuni possono far storcere il naso ma che, sul mercato internazionale delle novità numismatiche, stanno suscitando entusiasmi.
Partendo dal meno “blasonato” dei tre animali marini finiti in moneta, il calamaro, South Georgia & South Sandwich hanno deciso di celebrarlo con una 2 dollari che ne effigia al rovescio la versione gigante, che può raggiungere i 14 metri e i 750 chili di peso e che ha rappresentato per secoli, nell’immaginario dei marinai, uno dei mostri che popolavano gli abissi. Diffuso in 304 specie diverse, dal Mare del Nord al Mediterraneo e alle coste dell’Africa, il calamaro da 2 sterline è stato coniato – con al dritto il profilo di Elisabetta II, nella versione esclusiva in uso presso Pobjoy Mint – in 7500 esemplari in titanio 990 millesimi e 10 mila in cupro nichel. La prima moneta misura 36,10 millimetri per 10,00 grammi, la seconda 38,60 millimetri per 28,28 grammi. Stesse caratteristiche per la commemorativa dedicata alla balenottera azzurra che, tuttavia, è stata coniata anche in versione proof argento 925 millesimi (38,60 millimetri per 28,28 grammi di peso) per ricordare il maestoso mammifero – lungo fino a 35 metri e pesante fino a 200 tonnellate – al quale Pobjoy Mint aveva dedicato già una coniazione analoga nel 2013, riscuotendo grande successo.
“Mare che vai, pesce che trovi”, potremmo parafrasare presentando la terza e ultima “blue coin” emessa in questa prima fase dell’anno e avente come soggetto, su commissione delle British Virgin Islands, un altro famoso abitante delle profondità, il marlin blu, uno dei predatori più veloci e feroci dell’Oceano Altalntico che può arrivare a misurare circa 5 metri per oltre 800 chilogrammi di peso. Conosciuto anche per l’appuntito muso a spada e per la pinna dorsale che ricorda una vela, è ritratto sul conio mentre nuota nel profondo blu dell’oceano, rasente al fondale, e solo un riflesso di sole, dall’alto, completa la composizione.
La moneta è stata realizzata in titanio blu con nominale da 5 dollari (36,10 millimetri per 10,00 grammi) in 7500 esemplari, mentre 10 mila sono le monete in cupro nichel (38,60 millimetri per 28,28 grammi) con nominale da un dollaro. Le due celebrative sono state volute anche per ricordare i 225 anni dalla scoperta dei titanio da parte di un geologo dilettante britannico, il presbitero William Gregor, che lo identificò come presente nell’ilmenite. In realtà, già nel 1789 lo scienziato tedesco Heinrich Klaproth ne aveva fatta la scoperta in alcuni minerali di rutilio. In natura di color bianco metallico, il titanio è stato colorato con procedimenti di ossidazione anodica che modificano lo strato superficiale del tondello permettendo di ottenere, praticamente, quasi ogni sfumatura cromatica. Vale a dire, ne vedremo ancora di tutti i colori…