(di Mathias Paoletti) | Jeroen Anthoniszoon van Aken (1453-1516) è stato uno dei più famosi pittori olandesi del Rinascimento. La ricchezza visionaria delle sue opere, veri e propri capolavori onirici, ha suscitato nei suoi confronti l’interesse di discpline diverse, tra cui la psicoanalisi, nel tentativo di dare una lettura di un universo di simboli e allegorie quasi sempre oscure. Certo è che la sua opera si ispirò alle dottrine religiose e intellettuali dell’Europa centro-settentrionale che, al contrario dell’Umanesimo italiano, ponevano l’accento su aspetti trascendenti e irrazionali. Con grande ironia, Bosch mise in scena i conflitti dell’uomo rispetto alle regole imposte dalla morale religiosa, la caduta nel vizio e il destino infernale.
Hieronymus Bosch non datò mai i suoi dipinti e ne firmò soltanto alcuni. Il re Filippo II di Spagna fu un appassionato collezionista dei suoi lavori, qualche decennio dopo la morte del pittore; come risultato la Spagna è oggi il paese che in assoluto possiede il maggior numero di opere di Hieronymus Bosch, soprattutto al Museo del Prado e al Monastero dell’Escorial a Madrid. E per questo che la Real Casa de la Moneda, nella serie numismatica dedicata ai tesori dei musei spagnoli, rende omaggio al visionario artista olandese con una serie in emissione il 14 novembre che risulta composta da una moneta “normale” – ossia di forma circolare, coniata in oro – e da un trittico di “monete-lingotto” in argento con applicazioni policrome, che riproducono opere celebri del pittore.
Il trittico, in particolare, ripropone maestoso “Il giardino delle delizie” del 1480-1490, conservato al Prado e ritenuto il capolavoro e l’opera più ambiziosa dell’artista. Di incredibile complessità, sia per i significati simbolici che per la vivida immaginazione espositiva, l’opera rappresenta scene bibliche e aveva lo scopo di descrivere la storia dell’umanità attraverso la dottrina cristiana medievale. È formata da un pannello centrale quadrato al quale sono accostate due ali rettangolari richiudibili su di esso e che, da chiuse, mostrano una rappresentazione della Terra durante la Creazione. Le scene del trittico aperto sono da leggere in ordine cronologico da sinistra verso destra, per quanto non vi sia la certezza di ciò. Il pannello di sinistra mostra Dio quale perno dell’incontro tra Adamo ed Eva; quello centrale è una vasta veduta fantastica di figure nude, animali immaginari, frutti di grandi dimensioni e formazioni rocciose; quello di destra è invece una visione dell’Inferno e rappresenta la dannazione. I critici hanno interpretato l’opera come un ammonimento agli uomini per quanto riguarda i pericoli delle tentazioni della vita; nonostante ciò, il mescolarsi di figure simboliche, soprattutto nel pannello centrale, ha portato a differenti interpretazioni e ancora ci si divide tra chi crede che il pannello centrale contenga un insegnamento morale per l’uomo e chi lo considera una veduta del paradiso perduto.
Le tre monete hanno nominali da 50 euro – quella centrale, mm 60 x 60, g 135 – e da 25 euro – le due laterali, mm 60 x 30, g 67,5 – e sono coniate in argento proof 999 millesimi con un contingente di 2000 trittici, ed ospitate in un apposito cofanetto che, aperto, mostra i rovesci policromi. I dritti ripropongono invece, in rilievo sul metallo, dettagli delle opere stesse, il valore, il nome del paese emittente, l’anno e il segno di zecca (la M coronata). Da notare il nome EL BOSCO con cui è da sempre noto il pittore Bosch nel paese iberico.
La moneta in oro, invece, ha valore di 8 escudos (titolo 999 millesimi, g 27 per mm 38) e nominale di 400 euro; coniata in soli 1500 esemplari, propone a sua volta i dettagli di altri due capolavori di Bosch: al dritto una parte del pannello centrale del “Trittico del carro di fieno” (1516 circa) e al rovescio “La tentazione di sant’Antonio” (1506), entrambe conservate al Prado.