E’ solo a seguito dei tragici anni della II Guerra Mondiale che l’attività medaglistica di Egidio Boninsegna si affievolisce progressivamente: tra le sue ultime opere ne ricordiamo una per il V centenario di fondazione dell’Ospedale Maggiore di Milano (1946) ed un’altra in occasione dell’Anno Santo del 1950.
E’ venuto a questo punto il momento di avviarci alla conclusione, non prima di aver ricordato come Egidio Boninsegna abbia contribuito anche alla monetazione italiana del primo ‘900, sia con modelli effettivamente coniati (quelli per la serie Aratrice del 1910-1912, riconiata per i numismatici nel 1926-1927) che con originali progetti, taluni di grande bellezza, ideati ad inizio ‘900 per conto della Johnson quando, all’inizio del regno di Vittorio Emanuele III, la storica zecca privata partecipò ai concorsi per il rinnovamento della monetazione metallica del Regno d’Italia.
Troviamo, su questi progetti e prove, allegorie dell’Italia guerriera ed agricola, richiami alla tradizione classica, perfetti ritratti del re numismatico ed un’armonia compositiva complessiva che rivelano la grande statura d’artista di Egidio Boninsegna, versatile nel rilievo marcato della medaglia come in quello, appena accennato, della moneta di circolazione alla quale riesce a conferire plasticità e dinamismo di eccezionale livello.