(a cura della redazione) | Le date di emissione non sono ancora state decise, ma la Banca di Grecia e il Ministero delle Finanze ellenico hanno da poco diramato i bozzetti delle due monete celebrative da 2 euro che il paese emetterà entro l’anno, ognuna con un contingente previsto di 750 mila esemplari. Sulla prima, viene esaltato uno dei siti archeologici più importanti dell’epoca classica, quello di Filippi, in Macedonia. Sorge sul sito dell’antica Crenides e prende il nome daFilippo II di Macedonia, che fece ingrandire e fortificare la città nel 356 a.C. quando essa divenne strategica come centro minerario. Conquistata dai Romani nel 168 a.C., nel 42 a.C. fu teatro della famosa battaglia tra le truppe di Ottaviano e Antonio contro quelle degli assassini di Giulio Cesare, Bruto e Cassio, che ne uscirono sconfitti; Ottaviano, divenuto successivamente Augusto, la eresse al rango di colonia.
Nei primi secoli del Cristianesimo, Filippi fu la prima città d’Europa ad essere evangelizzata da san Paolo, che alla comunità indirizzò una delle sue epistole; anche sant’Ignazio di Antiochia e san Policarpo di Smirne indirizzarono alla chiesa locale alcuni dei loro scritti. Importante anche in epoca bizantina, fu occupata dai Latini durante la IV Crociata e fu in seguito abbandonata. Dal 2016 è parte del Patrimonio dell’umanità Unesco e uno dei suoi edifici simbolo (la cosiddetta “Basilica B”) campeggia in prospettiva sulla moneta.
La seconda 2 euro greca prevista quest’anno celebra invece un protagonista della storia ellenica del XX secolo, Nikos Kazantzakis (1883-1957). Scrittore e poeta, uno dei maggiori del XX secolo, è stato nella sua vita anche giornalista, filosofo e uomo di stato ricoprendo la carica di ministro dell’Educazione senza portafoglio del governo Sofoulis, nell’immediato secondo dopoguerra. Figura affatto incline ai compromessi, in polemica con l’establishment politico Kazantzakis abbandonò la Grecia nel 1946 per non farvi mai ritorno. Il suo epitaffio, ad Heraklion, recita: “Non mi aspetto nulla. Non temo nulla. Sono libero”. Un carattere forte che traspare anche dal ritratto che campeggia sulla faccia nazionale della moneta da 2 euro.