(sponsored by BMP). Come si è visto già in situazioni analoghe la sofferenza dei maggiori listini azionari mondiali, con perdite comprese, nell’ultima settimana tra il 4 e il 6 per cento, porta un rinnovato interesse nei confronti dell’oro, tradizionale bene rifugio ed efficace strumento di diversificazione. Così, la guerra dei dazi innescata dal presidente americano Trump fa si che in poche sedute la quotazione del metallo prezioso recuperi quanto perso da inizio 2018.
Sintesi della settimana | Supera quota 35 euro al grammo, per la prima volta da un paio di mesi a questa parte, il fixing di fine settimana; un periodo, quello tra lunedì 19 e venerdì 23 marzo, nel quale l’oro si è apprezzato di 74 centesimi di euro per grammo che equivalgono ad un balzo in avanti di oltre due punti percentuali.
Sintesi del mese | Supera il punto percentuale (+1,14%, per l’esattezza) la performance mobile relativa agli ultimi trenta giorni nei quali, come mostrato dal grafico, il mercato del metallo prezioso aveva altrimenti scontato una fase di generalizzata debolezza. Nel periodo, l’apprezzamento del grammo di fino è pari a 40 centesimi di euro.
Sintesi dell’anno | Non basta, ovviamente, la buona performance dell’ultima settimana a compensare le perdite accumulate nell’ultimo anno che, con un -5,62%, ha visto il prezzo del metallo prezioso contrarsi di 2,09 euro al grammo. Le ultime sedute di contrattazione, tuttavia, riportano l’oro sui livelli di inizio 2018 con un frazionario guadagno, al fixing di venerdì 23 marzo, del +0,13%.
Le quotazioni della settimana precedente.