“Il Premio Nobel dei numismatici”, così lo ha descritto il quotidiano milanese nel titolo di un’intervista a firma di Stefano Landi: “Tutto iniziò – dice Crippa – stringendo fra le mani un sesterzio di Nerone. Aveva 20 anni Carlo Crippa quando con l’immaginazione di un ragazzo scatenò la fantasia che lo ha spinto a studiare monete antiche per più di 60 anni”. E ancora: “Carlo Crippa, 86 anni portati in un impeccabile completo blu. Lo sfondo dello studio sono teche cariche di libri. […]. Fluido come l’orgoglio di chi ancora ragazzo ha scelto una professione e l’ha mantenuta viva tutta la vita senza mai pentirsene”. “Stringere una moneta – ha dichiarato il numismatico milanese – significa sfiorare la storia”.
C’era anche il volume di Federico Carbone sulle monete di Paestum tra i candidati al premio Ainp (source: archive)Supportato costantemente dai figli Paolo e Silvana, il fondatore della nota ditta milanese ha dovuto viaggiare per tutta l’Europa per completare le sue pubblicazioni muovendosi tra i segreti degli archivi dei musei e le porte, talvolta apparentemente invalicabili, di importanti collezioni private. Fa piacere leggere le parole di un giornalista non specializzato sulla numismatica, evidentemente ispirate dalla conversazione con Carlo Crippa: “Un mondo, quello dei collezionisti di monete, indelebile alla crisi. Economica e intellettuale. Sono cultori d’arte, della storia. Anche molto giovani. C’è chi è appassionato di un periodo storico, chi semplicemente vuole fare un investimento destinato a non scadere mai”. E così conclude, Crippa, a proposito della sua monumentale, definitiva opera sulla monetazione meneghina e della numismatica più in generale: “Vorrei che il nostro lavoro appassionasse la gente comune, non solo gli addetti ai lavori. Spero lo leggano i milanesi, per scoprire qualcosa della loro città”.