(informazione pubblicitaria) | Il “sessantotto”, nel linguaggio comune, è sinonimo di rivoluzione e, in un certo senso, ciò si addice anche alla prossima asta della ditta Varesi di Pavia che si svolgerà venerdì 13 maggio dalle ore 14 in poi (con visione lotti dalle 10 alle 12) nell’ormai consueta sede di Villa Botta Adorno a Torre d’Isola. Il prossimo incanto della Numismatica Varesi, infatti, vede un catalogo (accedi qui alla versione online completa) ricco di oltre 1700 lotti dei quali oltre 1000 costituiti da volumi, collane, saggi, riviste, estratti ed opuscoli di numismatica e medaglistica appartenuti alla biblioteca di Eguenio Fornoni, stimato professionista veronese scomparso alla fine del 2015.
Come accaduto in altri casi, nella storia della storia italiana, l’incanto di un patrimonio nato dalla passione e dagli studi di una vita intera non rappresenterà infatti una “dispersione”, quanto la linfa vitale grazie a cui tanti collezionisti potranno arricchire la propria libreria di testi mancanti, peraltro con un prestigioso pedigree e dal ricordo di una figura encomiabile della nostra numismatica. Alla Biblioteca “Eugenio Fornoni”, il catalogo Varesi n. 68 affianca centinaia tra monete e medaglie selezionate che si aprono, come di consueto, con la sezione delle coniazioni greche (lotti nn. 1-21) tra le quali spiccano esemplari di zecche del Meridione d’Italia tra cui Kroton e Leontini.
Un bell’asse fuso della serie post-librale (217-213 a.C.) si fa notare tra le romane repubblicane, proposto a 1000 euro di base in Spl al lotto n. 24; seguono decine di denari, non solo al tipo della Roma elmata e dei dioscuri a cavallo, bensì rappresentativi di famiglie che, detenendo la magistratura monetaria, vollero effigiare le proprie nobili origini, episodi mitologici e raffigurazioni di divinità, elaborate allegorie a scopo di propaganda. I denari, in gran parte caratterizzati da affascinanti patine ed elevate conservazioni, dalla fine del III secolo a.C. coprono tutto il periodo fino all’avvento dell’impero, con coniazioni a nome di Giulio Cesare, di Bruto e di Marc’Antonio, quest’ultimo sia con Ottaviano che con Cleopatra.
Altrettanto prestigiosa l’offerta di monete imperiali con alcuni pregevoli sesterzi per Claudio, Nerone, Traiano ed altri imperatori ed auguste; notevole il medaglione a nome di Settimio Severo al lotto n. 150, con ritratto dell’imperatore e due templi con urne al rovescio; in conservazione Spl, parte da una base di 4500 euro. Ad arricchire questa parte di catalogo, inoltre, denari in argento e soprattutto alcuni aurei tra cui un rarissimo esemplare a nome di Antonia, moglie di Nero Claudio Druso, offerto a 500 euro di base al lotto n. 110; sul tondello, coniato a Lugdunum e corredato di cartellino di provenienza della storica ditta romana Santamaria, campeggia il ritratto della figlia di Marc’Antonio e Ottavia con al rovescio la sua raffigurazione nelle vesti della Costanza.
Molto rari anche l’aureo per Tacito al lotto n. 176 (base 3800 euro in Bb) e quello a nome di Diocleziano al lotto n. 177 (base 5500 euro in Bb+); alcuni solidi del IV secolo completano la sezione e ci introducono a quella delle coniazioni medievali e moderne di zecche italiane nella quale segnaliamo subito, in rigoroso ordine alfabetico, il doppio grosso per Asti del periodo comunale (1140-1336) al lotto n. 211 che, R2 e Bb+, merita una base di 1700 euro; segue, quotato al lotto n. 212 bel 5000 euro in Bb/Spl, un inedito ed unico tallero da 63 soldi per Bozzolo, a nome di Scipione Gonzaga (1613-1670).
Firenze è ben rappresentata, come zecca, da alcuni fiorini e da emissioni repubblicane in argento, come pure da esemplari granducali più recenti; per Genova, invece, segnaliamo una rarissima quartarola (quarto di genovino in oro) al lotto n. 233 in Bb+ con base di 1000 euro; non mancano esemplari successivi, sempre a nome della Superba, compresi ori dei dogi biennali tra i quali una fantastica 5 doppie del 1641 (lotto n. 254) che, di buon modulo e ben impressa, si merita – anche per la conservazione Spl – la bellezza di 18.000 euro di base.
Ampia anche la selezione di monete di Lucca (lotti nn. 271-340) con ducati in oro, scudi del sole, scudi e frazioni in argento ai tipi della Giustizia, del san Martino a cavallo, del Volto Santo. Per Messina segnaliamo invece un pierreale d’oro a nome di Pietro e Costanza d’Aragona (lotto n. 345, qSpl, base 3000 euro) e per Milano una sovrana del 1790, rarissima, offerta al lotto n. 357 per una base di 3500.
Svariati anche i lotti di monete modenesi, cui seguono esemplari per Napoli tra i quali un tarì senza data di Ferdinando I d’Aragona (1458-1494) pressoché introvabile in alta conservazione e proposto da Varesi, in Bb+, a 3000 euro di base (lotto n. 393). A spiccare sulle altre zecche italiane, tuttavia, in questo incanto numero 68 è l’officina monetaria di Pavia della quale vengono proposte varie decine di esemplari, molti dei quali rarissimi, dal lotto n. 421 al n. 506.
Rarissimi ed affascinanti denari in argento a nome – fra gli altri – di Carlo Magno, Ludovico il Pio e Lotario I, Carlo il Calvo ed altri imperatori, poi a nome di re d’Italia come Rodolfo di Borgogna e Ugo di Provenza, fino al periodo enriciano scorrono sotto i nostri occhi in una “galleria delle meraviglie numismatiche pavesi” che prosegue con monete comunali, viscontee e infine sforzesche. La pregevole selezione si chiude con due esemplari di testone (estremamente rari, ai lotti nn. 504-505) coniati durante l’assedio francese del 1524-1525 e con una rarissima medaglia di Carlo V e Ferdinando I – la stessa raffigurata sulla copertina del catalogo d’asta – realizzata proprio per l’assedio di Pavia (lotto n. 506, Bb, base 6500 euro).
Non mancano, nel sessantottesimo incanto firmato Varesi, i pezzi di spicco di alcune piccole zecche come il rarissimo filippo largo per Retegno, coniato nel periodo 1676-1678, presentato al lotto n. 315 in Bb+ e con patina di medagliere dalla base di 3000 euro. Stesso discorso vale per l’ongaro del 1619 a nome di Gugliemo II Malaspina, lotto n. 522, battuto a Tresana nel 1619 e che, di grande rarità, in qSpl merita una base di 6000 euro. Un cenno, ed un articolo a parte, merita il denaro scodellato o vittorino della zecca di Vittoria battuto a nome di Federico II nel 1247-1248 (lotto n. 552, Mb/Bb, 2000 euro di base).
A seguire, in catalogo, troviamo una collezione di monete arabe coniate in Sicilia (lotti nn. 554-582, quasi tutte in oro) ed una scelta di esemplari papali (lotti nn. 583-600). Concludono il catalogo, prima dei lotti multipli (estremamente vari ed interessanti, e proposti ai nn. 698-777) alcune monete di Casa Savoia tra cui un carlino da 5 doppie di Carlo Emanuele III, millesimo 1757, periziato Spl+ e proposto a 30.000 euro di base (lotto n. 613). Da segnalare infine, per quanto riguarda il Regno, oltre alle 100 lire 1883 di Umberto I (lotto n. 648, Spl, base 3800 euro) e a un 2 lire del 1901 (lotto n. 656, qFdc, base 4500 euro) si sottolinea la presenza di cinque esemplari di prova per la monetazione d’Albania millesimati 1939-XVIII (lotti nn. 659-663).
Tutte le informazioni sull’asta n. 68 della Numismatica Varesi sono reperibili online nel sito www.varesi.it. Per altri dettagli è possibile contattare gli organizzatori ai seguenti riferimenti: tel. 0382.570685; fax 0382.489234; email: info@varesi.it; skype numismaticavaresi. Riferimento telefonico sala aste: 348.3174040.