(di Roberto Ganganelli) | Fin dalla sua fondazione nel 2014, il sodalizio che ha ridato vita alla numismatica a Napoli ha scelto di abbinare, alle iniziative commerciali e di divulgazione, la pubblicazione di un volume annuale di studi che, come sottolinea il presidente del CNP Antonio Cava, nella “Presentazione” del numero relativo al 2015, ospita “contenuti più ampi” frutto del fatto che il circolo è diventato rapidamente “punto di incontro in una città da sempre considerata punto di riferimento numismatico per studiosi, appassionati, collezionisti ed investitori”.
Oltre trecento pagine a colori testimoniano, assieme alle quindici firme e ai dodici studi presenti, una vivacità nella ricerca che si riscontra, almeno in Italia, in poche altre città; un entusiasmo che passa, in modo quasi quotidiano, attraverso incontri e contatti, collaborazioni reciproche tra gli autori e un desiderio di approfondimento sulla storia della moneta e della medaglia e che ci restituisce un valido prodotto scientifico all’altezza della migliore tradizione.
Apre il volume la pubblicazione di “Un diobolo inedito di Elea-Velia” a firma di Dario Avagliano e Jonathan Grimaldi, che precede uno studio di Marco Carmine Esposito su “Le riforme monetarie di Roma” focalizzato sulla monetazione repubblicana. Eduardo Fernandes, sempre restando nell’ambito della numismatica romana, si occupa invece della monetazione a nome di Giulia Domna, vista come un formidabile strumento per radicare una dinastia – quella dei Severi – e per esaltare, ovviamente, la stessa “augusta”.
Alberto D’Andrea indaga “La monetazione bizantina a Napoli” fornendo un catalogo tipologico accurato e ricco di illustrazioni, anche relative a monete di grande rarità; “Roberto II di Capua. Un principe dimenticato” è invece il personaggio, vissuto nel XII secolo, di cui si occupa Amedeo Figliola per lasciare spazio quindi ad Achille Giuliani il quale, a sua volta, approfondisce il privilegio di zecca del conte di Montorio Luigi Camponeschi, definito “un caso singolare di feudalità monetaria nell’Aquila aragonese”.
A questo corposo studio, ricco di documenti puntualmente trascritti, fa seguito l’approfondimento – a firma di Francesco Punzi – sui mezzi carlini del Regno di Napoli e del Regno di Sicilia nella II metà del ‘400 nei quali lo studioso analizza mezzo secolo di “irrequieta convivenza di tipologie disomogenee e di elevata rarità”.
Una giovane ma già affermata firma, quella di Raffaele Iula, indaga le “testimonianze numismatiche di un maldestro tentativo di conquista territoriale”, quelle relative alla parentesi di Luigi XII a Napoli; a tempi più recenti – la parentesi del 1647-1648, nella fattispecie – si riferisce invece l’articolo di Fabrizio Arpaia dedicato alla storia politica delle coniazioni della Repubblica Napoletana. Pierluigi Biasi, invece, si sofferma sulle vicende di “Un pesetto siciliano in terra straniera” mentre Michelangelo Bonì e Davide Maria Gabriele, nell’ambito della medaglistica, prendono in esame le medaglie premio della Reale Accademia degli Studi di Palermo.
Di altre medaglie celebrative e premiali, con relative indagini sui conferimenti e i gradi di rarità, si occupano Pietro Magliocca e Francesco Di Rauso; il periodo preso in esame comprende parte dell’età borbonica e la parentesi napoleonica (1790-1855), epoca in cui a Napoli si vide un fiorire di accademie, istituti ed esposizioni, industrie e manifatture che furono puntualmente celebrate in tondello, con l’apporto di grandi artisti. Una vera e propria monografia che, da sola, occupa quasi un terzo del “Bollettino” n. 2 del Circolo Numismatico Partenopeo chiudendolo, a tutti gli effetti, in bellezza e lasciando ai lettori la curiosità per quelli che saranno i temi trattati nel volume previsto in uscita entro il 2016.