(di Roberto Ganganelli) | Settantuno anni fa, il 27 aprile del 1945, i soldati dell’Armata Rossa spalancavano i cancelli del lager di Auschwitz, svelando al mondo per la prima volta la tragedia della Shoah. Dal 2006, per risoluzione delle Nazioni Unite, il 27 gennaio è la Giornata della Memoria, memoria che deve perpetuarsi anche, e soprattutto, nelle generazioni future, a ricordo dello sterminio del popolo ebraico e di ogni passaggio in cui, nel corso della storia umana, in nome di una “differenza” religiosa o culturale, una nazione o una fazione hanno tentato di sopraffarne un’altra, considerata “pericolosa” o “inferiore”. I nostri lettori hanno la possibilità di riscoprire quelle pagine drammatiche da un punto di vista peculiare, quello della cosiddetta “numismatica dell’Olocausto” ossia di quella branca degli studi numismatici che si occupa dell’indagine sulle monete e le banconote emesse, durante la II Guerra Mondiale, per uso interno nei campi di prigionia, concentramento e transito, oltre che per i ghetti ebraici di alcune città europee.
Il Centro “Simon Wiesenthal” ha dedicato nel 1997 a questo tema, a firma dello studioso Joel J. Forman, un’ampia ricerca monografica dato che si tratta di uno degli aspetti meno noti – e, di certo, tra i meno rilevanti – in quell’immane massacro rappresentato dall’attuazione della cosiddetta “Soluzione finale” le cui basi operative vengono poste, il 20 gennaio 1942, in una riunione riservata capeggiata da Reinhard Heydrich e alla quale partecipano i dirigenti dei principali ministeri interessati alla realizzazione dello sterminio degli ebrei d’Europa.
Si tratta d’una riunione breve, tenuta in una villa del quartiere residenziale berlinese di Wannsee, che dura circa un’ora e mezza e in cui non si fa altro che ratificare quanto ordinato dal feldmaresciallo Göring già il 31 luglio 1941, quando i massacri erano già iniziati da tempo. Il documento esibito da Heydrich ai partecipanti alla riunione recita:“Autorizzazione del 31 luglio 1941 di Hermann Göring per il capo della Polizia di sicurezza e dell’SD, Gruppenführer delle SS Reinhard Heydrich, a preparare una soluzione globale della questione ebraica.