(di Roberto Ganganelli) | Ci ha lasciati il 30 dicembre, all’età di 83 anni, il maestro Angelo Grilli. Dal giorno di Natale era ricoverato presso il Policlinico San Matteo di Pavia, la sua città, che Grilli amava profondamente e dove era nato il 28 ottobre del 1932 trascorrendovi poi tutta la vita. Un’esistenza, quella di Grilli, scandita dall’arte fin da quando, giovanissimo, il padre Vittorio – che era anch’egli scultore – lo introdusse alle arti plastiche; un percorso che Angelo Grilli consolidò negli studi compiuti dapprima presso l’Istituto d’Arte di Pavia e, in seguito, presso la Scuola Superiore di Arte cristiana di Milano e l’Accademia d’Arte “Cirignoli” di Verona.
Dal 1950 Grilli iniziò a partecipare in modo sistematico a mostre di scultura sia in Italia che all’estero, venendo apprezzato subito per il suo stile poetico ed originale, la sua abilità nell’uso dei materiali e, in particolare, nella finitura dei marmi, talmente perfetta da evocare le vette raggiunte tra ‘800 e ‘900 da Adolfo Wildt. Giunsero così le prime importanti commesse pubbliche – come la “Fontana Ferrero” di Alba, in piazza Savona – ed altre sculture per il Cimitero monumentale di Milano. Nel 1971, con la scultura “L’incontro”, si aggiudicò il primo premio al Festival Internazionale d’Arte “Titano d’oro” a San Marino. All’estero, fra le altre, realizzò per la sala di rappresentanza londinese della Cassa di Risparmio di Milano un gruppo dal titolo “Dinamismo e punti di forza”; risale al 1977, invece, una delle sue opere più famose a soggetto religioso, la “Sacra Famiglia” collocata nell’abside dell’omonima chiesa di Pavia.
Così lo ricorda don Gianluigi Corti, amico di una vita: “Provava un grande affetto per la sua città di cui rappresentò i monumenti più significativi, come le torri e il ponte coperto […]. Pur consapevole delle sue doti artistiche, non le faceva pesare, era infatti una persona semplice e modesta. Riusciva a trasmettere la sua grande ricchezza culturale e viveva immerso nella bellezza delle sue sculture”. Tra gli omaggi medaglistici alla sua Pavia, la poetica modellazione del 1992 che alla spirituale ed eterea effigie della restaurata Madonna di piazza Grande vede abbinata un’umanissima veduta dall’alto della piazza stessa, cinta nell’abbraccio di storici edifici e piena di bancarelle.
Numerosi i premi ricevuti nel tempo da Angelo Grilli, come pure i riconoscimenti nazionali ed internazionali, dalla medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica al sigillo d’argento dell’Unesco fino al Premio internazionale “Vicenza Numismatica alla carriera” e – primo italiano ad aggiudicarselo nella storia – al Numismatic Art Award for Excellence in Medallic Sculpture attribuitogli nel 2015 dall’American Numismatic Association. Socio Fidem, attivissimo nel contribuire a tutte le edizioni della Biennale della Medaglia dantesca di Ravenna e a quelle della Triennale della Medaglia d’Arte di Udine, Grilli ha avuto l’onore di modellare fra le altre alcune indimenticabili emissioni dedicate ai pontefici e quella per il ventennale della Fao. Particolarmente vicino al mondo della fede cattolica intrattenne fecondi rapporti – fra gli altri – anche con i cardinali Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi, che gli commissionarono alcune coniazioni tra le decine e decine, poetiche e sempre bellissime, di cui è costellata la sua lunga e irripetibile carriera di medaglista.
Alla modellazione per monete, il maestro pavese approdò invece solo nel 1981, con la realizzazione della serie divisionale per la Repubblica di San Marino nella quale dovette forzare, peraltro con successo, la propria vocazione naturale alla plasticità e al tridimensionale nell’esiguo spessore dei rilievi proprio degli spiccioli. E’ datato invece 1984 il trittico di medaglie commissionato a Grilli dal Collegio Borromeo, dall’Università, dal Comune e dalla Diocesi di Pavia in occasione della visita in città di Giovanni Paolo II. Opere mirabili che rinsaldarono ancora di più il legame tra l’artista e la sua città, che nel 1991 gli rese omaggio con il conferimento della Medaglia d’oro “San Siro”.