(di Antonio Castellani) | La filiale della Banca d’Italia de L’Aquila, nell’ambito delle iniziative promosse in occasione della presentazione della nuova banconota da 20 euro, grazie ad una partnership con la Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo ha organizzato una mostra di materiale numismatico di interesse archeologico proveniente dal territorio aquilano. La mostra, intitolata “Il tesoretto di Poggio Picenze” è incentrata su un prezioso gruzzolo di monete greche, circa 80 reperti numismatici collocati in una grande teca nel salone della sede aquilana, e verrà inaugurata il 23 dicembre alla presenza, tra gli altri, del vicedirettore generale della Banca d’Italia Valeria Sannucci, del direttore della filiale Antonio Carrubba e del soprintendente dell’Abruzzo Francesco Di Gennaro.
L’iniziativa, nata per stimolare l’interesse alla storia della moneta, è rivolta sia ad un pubblico esperto che ai non addetti ai lavori, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza di un patrimonio le cui potenzialità sono spesso poco note, rimarcando altresì il ruolo che la moneta ha avuto nel corso dei secoli. Dal momento in cui un pezzo di metallo assume un valore monetale si inizia a raccontare una storia: la storia di un popolo, della sua evoluzione socio-culturale, della sua economia, dei suoi usi e costumi. La moneta, in tal senso, restituisce illuminanti frammenti di passato, facendo da filo conduttore nel corso dei secoli fino a giungere ai nostri giorni.
In questa occasione, per “rivelare una delle tante storie raccontate dai reperti numismatici” sono state utilizzate alcune delle monete restituite da un ripostiglio rinvenuto nel 1953 a Poggio Picenze. Il tesoretto è composto da oltre 400 monete d’argento (tetradrammi, trioboli e dracme) emesse da zecche greche del Peloponneso, dalla Lega Achea, da Atene e dai re della Cappadocia, tra il III e il II secolo a.C.
Questo gruzzolo, sia per la pregevolezza estetica, sia per il luogo di ritrovamento – lontano dalle aree di diretta influenza della cultura greca – rappresenta una straordinaria dimostrazione archeologica in ambito culturale italico. La sua presenza nel territorio aquilano racconta storie di vita di popoli distanti e diversi: testimonianze economiche, politiche, sociali e religiose che riportano la mente verso altri lidi e altra cultura. È probabile infatti che il gruzzolo di Poggio Picenze sia stato riportato in Italia dai reduci delle campagne belliche in Grecia, condotte dal generale romano Lucio Cornelio Silla contro Mitridate VI Eupator (88-85 a.C.).