PRESCRIZIONE ILLEGITTIMA: (FORSE) POTREMO ANCORA CAMBIARE LE VECCHIE LIRE

documents-button(di Roberto Ganganelli) | Nei giorni scorsi, su molti media nazionali è stato dato rilievo alla sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il provvedimento con il quale il governo Monti anticipò al 6 dicembre 2011, rispetto al 28 febbraio 2012 previsto, il termine di cambio delle lire ancora in possesso dei cittadini dopo l’introduzione dell’euro. Ad esempio, il “Corriere Adriatico” ha titolato il 5 novembre con grande enfasi: “Da domani si può tornare a cambiare la lira: ce ne sono per 2 miliardi di euro” (leggi qui). In realtà, la situazione è diversa e altre testate, con un più corretto approccio giornalistico basato su un approfondimento accurato delle fonti e delle informazioni dirette, hanno chiarito meglio, e in breve tempo, i reali contorni della situazione.

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Si stima che nelle tasche degli italiani ci siano ancora monete e banconote in lire per circa 1,2 miliardi di euro (source: web)


Ad esempio, nelle pagine de “Il Messaggero” dedicate ad economia e finanza è possibile leggere un ampio approfondimento nel quale la realtà dei fatti viene descritta in modo più dettagliato e realistico (leggi qui l’articolo completo). In sintesi, la norma Monti è stata sì giudicata incostituzionale dalla Consulta, ma ciò non toglie che il termine del 28 febbraio 2012 previsto per il cambio sia ormai ben lontano. E’ per questo che la Banca d’Italia ha avviato – fa sapere Palazzo Koch – “un attento esame delle norme, insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze” e solo dopo spiegherà come e per chi sarà possibile convertire, eventualmente, le vecchie lire ancora “giacenti” nei cassetti. “Con i propri sportelli – riporta “Il Messaggero” – nei dieci anni dopo aver mandato la lira in pensione, sono stati cambiati biglietti per un controvalore di 63 miliardi di euro. Ma nelle tasche e nei cassetti degli italiani, magari anche sotto qualche mattonella, sono rimaste lire per complessivi 1,2 miliardi di euro che la Banca d’Italia ha versato nelle casse dell’erario. Il versamento è avvenuto in tre tranche come previsto con una legge che è ancora in vigore e non è stata toccata dalla sentenza della Consulta”.

Il cambio delle vecchie lire, specie delle banconote di valore più elevato, potrebbe avere riflessi anche sul mercato collezionistico dal momento che la sovrabbondanza, ad esempio, di biglietti da 500.000 lire Raffaello in elevata o perfetta conservazione ha, da tempo, “calmierato” in modo non indifferente le quotazioni di questa tipologia. Una nuova finestra temporale di conversione delle vecchie lire, pertanto, potrebbe lasciare nei canali mercantili un numero di esemplari più consono alle richieste effettive del mercato collezionistico rilanciando le quotazioni.