(di Alberto Mosca) | È stato presentato nella splendida cornice di Castel Roncolo, a Bolzano, il volume che Helmut Rizzolli e Federico Pigozzo hanno dedicato a “L’area monetaria veronese. Verona e Tirolo”. Il tomo, di circa 740 pagine, edito da Athesia-Fondazione Castelli di Bolzano, si presenta sia come un trattato politico-economico sulla nascita e l’evoluzione dell’area monetaria veronese che un “corpus” delle monete veronesi tra X e XVI secolo, oltre che come riassunto in lingua italiana del “Münzgeschichte” pubblicato quasi un quarto di secolo fa: esso ripropone infatti un “corpus” delle monete di Trento e di Merano, oltre che di altre zecche, facenti parte dell’area monetaria veronese, che hanno battuto emissioni imitative di quelle meranesi.
I due autori del ponderoso volume sull’area monetaria e la zecca veronese, Helmut Rizzolli e Federico Pigozzo (source: author)Il volume, che ha le prefazioni di Gherardo Ortalli (Deputazione di Storia Patria delle Venezie) e di Mark Mersiowsky (Università di Stoccarda) è stato presentato da Andrea Bonoldi (Università di Trento), che ne ha tratteggiato gli aspetti principali: l’aver coinvolto autori di diversa lingua, superando le barriere a nord e a sud delle Alpi e l’aver saputo scindere l’area monetaria dallo spazio politico, dato che questi due spazi non necessariamente corrispondono e in particolare sono soggetti a continui mutamenti; poi ancora, la narrazione di una storia fatta di dinamiche politiche ed economiche che abbracciano un periodo storico assai ampio.
Un momento della relazione di presentazione del professor Andrea Bonoldi, dell’Università di Trento (source: author)Per Verona, primario crocevia commerciale, battere moneta diventa un modo per procacciare risorse finanziare ed è questo il ruolo che ha il denaro veronese, il cosiddetto “berner”, in un contesto, quello del Tirolo storico, che rimane una interfaccia culturale ed economica. Helmut Rizzolli ha quindi rimarcato nella presenza di un “corpus” di monete veronesi uno dei punti forti del libro, per poi ripercorrere brevemente le vicende della zecca veronese e dell’area monetaria che sul piede veronese è nata e poi si è ampliata, raggiungendo prima Trento e poi Merano e Hall.
Lo zecchiere al lavoro: nel corso della presentazione sono state coniate riproduzioni di tirolini poi omaggiate al pubblico presente (source: author)Infine, Federico Pigozzo ha ricordato come il principale motivo per la nascita di una zecca a Verona sia stato il secolare ruolo della città come punto di incontro di flussi commerciali di portata europea, tali da dare luogo a emissioni che in qualche esemplare hanno raggiunto perfino la scandinava isola di Gotland. Un ruolo che avvicina la città scaligera alla contemporaneità, visto che ancora oggi ospita l’interporto più grande d’Italia e tra i principali in Europa.