(di Roberto Ganganelli) | Il 1° settembre 2014, giusto un anno fa, “Il giornale della numismatica” debuttava online trasformandosi da mensile tradizionale – forma sotto cui era stato edito per due anni e mezzo, a partire dal gennaio del 2013 – a quotidiano in Rete. Una svolta epocale, e il termine non è eccessivo specie se riferito all’Italia e ad un settore “di nicchia” come quello degli studi e del collezionismo numismatico legato, in modo particolare nel nostro paese, a forme di comunicazione e informazione tradizionali e piuttosto “statiche”. Una rivoluzione che, tuttavia, in occasione del primo compleanno digitale della testata possiamo affermare abbia prodotto risultati decisamente lusinghieri.
Come si valuta, vi chiederete, il gradimento di un prodotto informativo online? Se per una pubblicazione cartacea sono il numero di copie vendute in rapporto alla tiratura e alla distribuzione, quello di abbonati, la raccolta pubblicitaria, nel “mare magnum” di Internet sono il numero di utenti, di sessioni, di pagine visitate e altri parametri tecnici come la “frequenza di rimbalzo” e il “rapporto pagine/sessione” a stabilire se e quanto un sito sia apprezzato e visibile. La pubblicità è l’unico punto fermo che rimane, anche nell’ambito digitale.
Alla fine del primo anno presenza online, il numero di pagine del “Gdn” sfogliate online veleggia verso il mezzo milione ma il dato che colpisce di più – e che ci fa maggiormente piacere – è il giro di utenti che, crescendo costantemente, si attesta oggi sotto poco sotto quota 50 mila. Ci sono in Italia, vi domanderete a questo punto, tanti collezionisti e cultori? Impossibile dirlo con certezza; probabilmente no, se con questo termine si intendono coloro che acquistano con una certa regolarità monete, medaglie o banconote e si appassionano alla loro storia e bellezza. Tuttavia è certo che – a fronte di una buon numero di appassionati di vecchia data che continuano a seguirci in Rete – la presenza online della nostra testata ha generato un “effetto collaterale” importantissimo, ossia incuriosire migliaia e migliaia di italiani – finora del tutto estranei al settore – alla storia e all’attualità della moneta, al suo essere forma di comunicazione e d’arte, oggetto di collezionismo e di investimento. E, con tutta probabilità, ha spinto qualcuno ad entrare per la prima volta in un negozio di monete o in un museo numismatico, acquistare un libro o un catalogo-prezziario, iniziare una nuova collezione o tirar fuori dal cassetto le monete del nonno, che giacevano da anni sotto uno strato di polvere, guardandole con una nuova e diversa attenzione.
C’è poi da considerare il posizionamento nei motori di ricerca, primo fra tutti Google: ebbene, digitando “numismatica”, subito dopo i siti sponsorizzati – ossia, quelli che pagano per ottenere una posizione di primo piano – si colloca niente meno che “Il giornale della numismatica” che, solo con le proprie forze e soprattutto grazie a voi lettori, è riuscito a guadagnarsi un posto di rilievo. Di questo si è reso conto anche il mondo del commercio numismatico che, in questi mesi, ha sempre di più guardato alle nostre pagine digitali e alla newsletter settimanale – tutti servii gratuiti, peraltro – come a spazi privilegiati per promuovere aste ed eventi, listini di vendita e nuove pubblicazioni.
Tutto ciò ci spinge non solo a spegnere la prima candelina con un sorriso, ma soprattutto a voler migliorare ancora perché, sebbene impegnati da molto tempo nell’informazione di settore, dal mutevole mondo digitale abbiamo ancora da imparare tante cose. La fedeltà dei lettori e il loro crescente numero, tuttavia, ci danno fiducia e devono darne a tutto il settore, a dispetto delle cassandre che continuano a rimpiangere i “bei vecchi tempi”. La numismatica di domani la stiamo costruendo oggi, anche grazie a “mattoni virtuali” come siti web, newsletter, sistemi di e-commerce e community. Immutabili, nel loro fascino, rimangono le monete, le banconote, le medaglie che da secoli risvegliano la nostra curiosità, ci appassionano e cambiano assieme al mondo in cui viviamo.