(di Roberto Ganganelli) | E’ ufficiale: nel secondo semestre del 2015 tutti i paesi dell’Eurozona emetteranno una moneta commemorativa da 2 euro – sia per la normale circolazione che per i collezionisti – per i trent’anni dall’adozione della bandiera azzurra con le dodici stelle dorate in cerchio, simbolo dell’Unione e presente in tutti gli edifici pubblici delle 28 nazioni aderenti accanto ai rispettivi vessilli nazionali. Oltre 100 mila cittadini – fanno sapere dalla Commissione Europea – hanno votato online, nelle ultime settimane, attraverso un apposito sito (clicca qui per visitarlo) per scegliere uno tra i cinque bozzetti selezionati in precedenza (non identificabili in alcun modo dal punto di vista della provenienza nazionale, per non generare forme di voto “pilotato”).
A spuntarla è stato il progetto identificato con il numero 4 che, un po’ a sorpresa, si è scoperto essere opera di George Stamatopoulos, coin designer presso la Banca di Grecia. E ancora maggiore si fa la sorpresa se solo, andando indietro con la memoria, ci accorgiamo che anche nel 2009, decennale di istituzione dell’Unione Monetaria, fu proprio l’ellenico Stamatopoulos a vincere il concorso per la 2 euro celebrativa comune emessa in quell’anno. In quel caso, l’idea vincente fu quella di collegare le radici ancestrali del continente con la sua moneta comune delineando, su una pietra, un omino stilizzato – stile graffito preistorico – composto con il simbolo della valuta comunitaria.
Quest’anno, l’artista greco ha deciso invece di tuffarsi nella modernità grafica – confermando uno stile essenziale ed efficace – collocando la bandiera d’Europa su un pianeta terra appena visibile in secondo piano, e circondandola di dodici figurine umane che si tengono per mano. Niente di eccezionale, almeno a parere di chi scrive: sicuramente un bozzetto gradevole e immediato, ma non certo un esempio di alta numismatica. D’altra parte, ed è sempre un’opinione personale, anche le altre proposte finaliste non brillavano per originalità né per finezza estetica, fatta salva – forse – quella con la bandiera mossa dal vento e il simbolico abbraccio tra un uomo e una donna.
Sarà così la 2 euro che celebrerà il mezzo secolo della bandiera dell’Unione (source: Commissione Europea)Prendendo atto della scelta popolare e in attesa di veder coniato il “giro” delle 2 da parte di tutte le officine monetarie di Eurolandia, viene da riflettere sul caso che per due volte su tre (tante sono, finora, le emissioni a soggetto comune da 2 euro) ha portato un artista proveniente dal paese più “anti euro” di tutto il continente a dar vita ad emissioni destinate a rafforzare – questo è lo scopo – l’identità comune, la storia condivisa, il senso di coesione tra i cittadini dell’Unione, da Malta alla Scandinavia, dal Portogallo alla Bulgaria.
Dunque, se una parte la Grecia ha minacciato ripetutamente, in modo più o meno esplicito, il proprio sganciamento dalla moneta comune per tornare alla “libertà” e alla dracma, dall’altra un suo artista ha trovato per due volte l’idea giusta per comunicare, attraverso una euro moneta, a quasi 335 milioni di cittadini valori identitari che purtroppo mostrano, in tutta evidenza, più di una crepa, tanto che si parli di vincoli di bilancio che di accoglienza ai migranti, di libertà di concorrenza o di diritti civili. Oltre alla Grecia, infatti, di recente ci si è messa anche l’arzilla regina Elisabetta II che, leggendo il discorso programmatico del premier conservatore David Cameron, ha confermato entro il 2017 l’effettuazione di un referendum popolare per decidere sulla permanenza o meno del Regno Unito nella Ue.
L’Europa e l’euro fanno acqua e sono destinati prima o poi alla disgregazione? Difficile dirlo; ancor più complesso capire quanto le minacce di Tsipras e gli annunci di Cameron contengano in termini di intenzioni reali e quanto di semplice propaganda o di nazionalismo. Sta di fatto che, ancora una volta, come duemilacinquecneto anni fa, una piccola moneta – che tutti noi avremo in tasca – racconterà in diretta la Storia, parlerà a ciascuno di noi e servirà un giorno – comunque saranno andate le cose – per spiegarle meglio a quanti ci seguiranno.